Una terra di latte e miele

19.11.2024

Questa raccolta di poesie è dedicata alle voci non udite di un popolo di vivi e di morti, che possano tutti  trovare la loro pace. Da sempre e per sempre: Palestina Libera.



I.

Dormiva nel suo letto,

non si è mai svegliata.

Il suo letto è diventato il suo sepolcro,

una tomba sotto il soffitto della sua stanza,

il soffitto un cenotafio.

Nessun nome, nessun anno di nascita,

nessun anno di morte, nessun epitaffio.

Solo sangue e una cornice distrutta di fianco a lei.

Nel campo di Jabalia, una madre raccoglie la carne di sua figlia

in una coperta, sperando di comprarle un posto vicino al fiume,

in una terra lontana, per riposare.



II.

Se non sei pioggia, oh amore mio

allora sii un albero ricolmo di fiori,

sii un albero.

E se non sei un albero, oh amore mio

allora sii una pietra, una pietra coperta di rugiada,

sii una pietra.

E se non sei una pietra, oh amore mio

allora sii una luna nei sogni dei tuoi cari,

sii una luna.

Questo disse una donna a suo figlio

il giorno del suo funerale.

riadattata dall'arabo



III.

La guerra finirà e i grandi leader si stringeranno le mani.

Ma la vecchia signora continuerà ad aspettare suo figlio martoriato.

La donna continuerà ad aspettare il suo amato marito.

E quei bambini aspetteranno il loro eroico padre.

E tutti loro continueranno a pagare il prezzo di chi ha venduto la loro terra.



IV.

Una guerra non detta dilania la terra del Signore.

La strada è buia, immersa nella sabbia.

Tremo, ma non ho freddo,

mi specchio nel Wadi e il riflesso che vedo non è il mio.

C'è un'altra persona che mi osserva

Priva di fatiche e di difetti,

la odio.

Sono nel deserto e non riesco a trovare me stessa,

solo un enorme senso di colpa che non so come guarire,

e la mia rabbia riecheggia tra le dune.



V.

Le stelle sono più luminose in Palestina

E il paradiso è più vicino del Sinai.

I bambini della Galilea scendono correndo dalle scarpate

Dopo aver lanciato sassi contro i carrarmati di Israele.

Ridono mentre sorpassano gli ulivi e sognano di arrivare al mare.

Ma non ci arriveranno, e i loro nomi, i nomi dei figli di Gaza, di Jenin, di Ramallah, di Gerusalemme e di Jaffa, verranno custoditi nella memoria di coloro che restano, di coloro che pregano al di sotto del settimo cielo.

E i loro nomi verranno cantati, recitati dalle bocche di coloro che avranno il coraggio di afferrare la verità per il suo collo fragile e combattere.

E questi bambini vivranno, e danzeranno nella luce delle stelle di questo cielo illuminato che ha guardato mentre il mondo moriva.


R.C.