The Witch: un'esordio da brividi

30.10.2023

New England, circa 1600, una famiglia puritana, fortemente credente, viene allontanata dalla propria comunità e si stabilisce in una fattoria. Presto i personaggi iniziano a capire che la nuova vita è più dura di quello che si aspettavano e quando il neonato figlio Samuel scompare sotto gli occhi della sorella maggiore Thomasin, l'equilibrio della famiglia comincia ad incrinarsi. A far implodere definitivamente i rapporti famigliari è la scomparsa del secondo figlio Caleb, che per aiutare economicamente il padre, si avventura nella foresta con Thomasin, ma succede qualcosa e i due si separano, Thomasin riesce a tornare a casa, ma Caleb sembra scomparso, finché non fa il suo ritorno alla fattoria dopo qualche giorno, nudo e delirante. Da quel momento ha inizio la tragedia tutta interna alla famiglia che, ossessionata dalla fede e dal peccato, si dirige verso la propria fine. 

"The Witch", incoronato come miglior horror del 2016, è con nostra grande sorpresa il primo film del regista Robert Eggers, il quale si mostra all'altezza del compito con un debutto senza precedenti: ispiratosi a vecchi racconti e documenti di stregoneria, Eggers crea la perfetta ambientazione per un racconto dell'orrore e, accompagnato dalle cupe e angoscianti musiche di Mark Korven, inserisce nella narrazione tutta una serie di richiami al diavolo tipici della tradizione (il caprone, il coniglio nero, la cornacchia, la mela, la foresta, ecc.) che ci rimandano in un qualche modo agli horror di folklore di Ingmar Bergman. 

Tutto ha inizio con la cacciata dal villaggio, causata dalla cieca testardaggine del padre William, una sorta di cacciata dall'Eden che fa precipitare la famiglia in uno stato di totale solitudine ai limiti della sopravvivenza. La famiglia, infatti, sopravvive grazie al raccolto, che, in un terreno freddo e arido, stenta a crescere

Dopo la scomparsa di Samuel, la madre Kathrine si accanisce sempre più contro Thomasin accusandola della morte del figlio e William, smosso dai sensi di colpa, porta Caleb nella foresta, luogo della perdizione per eccellenza, dove hanno il primo incontro con il demonio, mascherato nella forma del coniglio. La scena è un preludio e un chiaro parallelismo alla futura fuga e scomparsa di Caleb, che, per vendere qualche pelle, si avventura nella foresta con la sorella, avventura che si rivelerà fatale.

La sua ricomparsa rappresenta l'ennesimo turbamento per la famiglia: Caleb è caduto vittima di una strega e nei suoi momenti di delirio parla di ciò che lei potrebbe avergli fatto. Le sue parole si rifanno ad atti chiaramente sessuali, il che ci riporta a quelle scene delicatissime in cui Eggers ci mostra i primi segni del risveglio ormonale del ragazzo e dei suoi desideri impuri rivolti alla sorella Thomasin, desideri che sono stati utilizzati dalla strega per attirarlo a sé.

Un'altra battuta d'arresto è il rapporto di Thomasin con i gemelli, i quali passano le giornate a parlare con Black Philip, un caprone nero, e i quali sono convinti che Thomasin sia una strega. Alla morte del fratello tutto precipita: la fede non basta più a tenere la famiglia unita e il dubbio si insinua tra di loro, il padre non sa più cosa fare e nel caos la famiglia firma la propria condanna.

Quando la spirale autodistruttiva giunge al termine, l'unica sopravvissuta è Thomasin che, rimasta senza niente, si rivolge al diavolo, e si unisce alle altre streghe nel cuore della foresta.


Se la strega è la causa iniziale della tragedia, tutto ciò che succede dopo la morte di Samuel è la conseguenza del delirio dei personaggi che, ossessionati dal peccato e dal timore divino, non fanno che rinchiudersi nella fede cieca e nel pentimento, e più la loro fede vacilla, più si rinchiudono nel loro conservatorismo, dando vita a quel climax discendente che li trascinerà allo sfacelo e infine, alla morte.

Il film, forse il miglior lavoro del regista ad oggi, risulta un'opera potente e salda, tenuta insieme dall'abilità di Eggers di legare personaggi ed eventi, in quella che potrebbe sembrare una semplice sceneggiatura, ma che non si rivela mai scontata, ma anzi, terrificante.

Voto: ★★★★☆

Nel complesso il film si merita a mio parere 4 stelle, sia per l'esemplare regia di Eggers e per il suo brillante utilizzo delle inquadrature, sia per la splendida musica di Corven che contribuisce a rendere l'atmosfera del film gradualmente più disturbante. Anche la scelta della palette cromatica, quasi piatta e fredda, legata ai toni del grigio e del marrone, rende a pieno la disperazione della famiglia abbandonata a se stessa. Per non parlare delle straordinarie performance degli attori, da Anya Taylor-Joy a Ralph Ineson a Kate Dickie. In conclusione, un moderno capolavoro dell'horror.

 di Rebecca Carminati