The Nightcrawler
Lou è un uomo solitario in cerca di un lavoro, per caso assiste ad un incidente e si affascina al mondo delle riprese notturne, così dà inizio ad una sua attività, accompagnato dal neoassistente Rick. Con il passare del tempo affina le sue capacità e con esse mette sempre più in luce la sua totale assenza di empatia, fino all'estremo.
Il film ruota attorno alla figura di Lou, un chiaro psicopatico con tendenze antisociali. Lou è un uomo a tratti inquietante, ben educato, con un vocabolario ricco che non ha appreso grazie ad una costosa istruzione, ma grazie alle ore passate davanti al computer. La caratteristica di Lou è che di base non sa rapportarsi con altri esseri umani, non sa comunicare in modo empatico, ma Lou non è stupido, è anzi un uomo brillante, e si è costruito una maschera, una personalità pubblica gentile e affabile che può utilizzare con la gente, un dizionario emotivo costruito a puntino come una seconda lingua.
Vediamo svariate volte questa maschera abbassarsi o addirittura cadere, specialmente nella sua relazione con Nina e con Rick, dove la sua vera personalità antisociale si fa vedere. Per Lou il bisogno di esercitare potere prevale su ogni altro obiettivo, e spesso sfocia nell'abuso. Scrive Nancy McWilliams a proposito della personalità psicopatica: "l'Altro per l'individuo antisociale si riduce alla sua utilità, a spettatore passivo del suo potere, l'Altro serve a riconoscere il potere conquistato attraverso il controllo onnipotente. Lo psicopatico, spesso abusato nell'infanzia, desidera il riconoscimento sociale del suo potere: l'essere per, ennesimo e drammatico espediente per sopravvivere."
L'unica personalità che fa da contraltare a Lou è il suo assistente Rick, che è mosso e turbato da un sentire emotivo che lo pervade costantemente: ansia, paura, rimorso, colpa, rabbia. Rick, che è allievo di una personalità psicopatica, si vede costretto a confrontarsi con un metodo di approccio all'Altro che mette i sentimenti non al secondo, ma addirittura al terzo posto. Non c'è spazio per la debolezza e di conseguenza non c'è spazio per l'empatia.
Il personaggio di Lou, maestralmente interpretato da Jake Gyllenhall, è affascinante perché segna in definitiva il passaggio della rappresentazione dello psicopatico come criminale ad una sua integrazione in contesti sociali, lavorativi e professionali. La personalità antisociale sboccia e fiorisce nei contesti aziendali e gerarchici, perché mossa da un desiderio di potere e riconoscimento che non si fa scrupoli nel raggiungere la vetta, come fa Lou con l'emittente televisiva a cui offre i suoi video sempre più macabri e "costruiti".
Nel momento stesso in cui un'organizzazione viene così a configurarsi e premia una struttura di personalità psicopatica, la psicopatia stessa diviene istituzione. L' abuso diviene istituzione. L'abuso è nel non riconoscere l'Altro, la sua autonomia psichica. Non c'è spazio per la domanda dell'Altro perché inconciliabile con il desiderio di potere dello psicopatico che istituisce l'abuso. E proprio quando l'abuso diventa l'arma vincente per la scalata al successo allora, in quel momento, la psicopatia diventa istituzione.
L'altra critica che possiamo leggere nel film di Dan Gilroy è quella che viene mossa ad una società iper-cinica, una società in cui il macabro e il sangue "fanno audience". I video che Lou consegna all'emittente si fanno sempre più crudi e disturbanti eppure Nina non si fa problemi a mandarli in televisione, e anzi, più i video che Lou le porta sono sconcertanti, più lei mostra un senso di eccitazione quasi sensuale, il potere che lui le consegna con quei video è inebriante e di fatti, anche se i due non hanno alcun rapporto intimo nel film, la loro relazione a mio parere si potrebbe definire di tipo sessuale: entrambi si nutrono di queste scariche di adrenalina per alimentare il loro rapporto deviante, parti complici di uno stesso delitto.
The Nightcrawler si rivela non solo un film che ti tiene incollato al divano con gli occhi ben attenti per due ore, ma soprattutto una diretta e ben esplicita critica sociale, non solo a tutti i Lou che incontriamo nelle nostre vite, arrampicatori sociali senza scrupoli pronti a sacrificare ogni cosa per la "gloria", ma in particolar modo a noi, spettatori infallibili costantemente alla ricerca di quella crudezza che ci faccia provare un brivido e ci scuota, anche solo per un secondo, nella nostra insignificante quotidianità: vampiri a caccia di sangue, sciacalli a caccia di corpi.
di Rebecca Carminati