the Lighthouse
Ephraim Winslow è il nuovo guardiano novizio del faro, assistente di un anziano e scorbutico ex marinaio: Thomas Wake. Mentre Winslow si deve occupare di operazioni di manutenzione, il vecchio passa le notti a guardia del faro dove Ephraim non può nemmeno avvicinarsi.
"Pensa alle tue mansioni, la luce è affar mio"
Il loro soggiorno sull'isolotto sarà di 4 settimane poi torneranno a terra. Winslow aspetta con ansia il giorno dell'arrivo della barca: abituato da sempre a scappare, non vede l'ora di lasciare quel posto o quel pazzo. L'ultima sera si concede un brindisi con il vecchio Tom e la notte si fa lunga qualche bicchiere, qualche giorno, qualche mese.
Girato in 4:3 con scenografia in bianco e nero, questo delirio di Robert Eggers è un gioiello dell'horror moderno. Le musiche spettacolari, dominate da questo suono perturbante del faro, disegnano un atmosfera mitica e stomacale. Il montaggio, silente osservatore della loro caduta, esaspera l'angoscia ed impacchetta un film di grande spessore.
VALUTAZIONE: ★★★★★★★★★☆
Senza badare alla traduzione italiana, usata per doppiaggio e sottotitoli, che è a dir poco vergognosa, lontana anni luce dal contenuto del testo in lingua originale, il film è un capolavoro, per gusto mio il migliore di Eggers (attendo con ansia Nosferatu!). Non solo per il tema interessantissimo e per le atmosfere oniriche e deliranti, ma sopratutto per quello che riesce a fare con il montaggio: tira fuori il meglio da un film di carattere con due performance di carattere, rendendolo un masterpiece del genere.
LA LUCE
Introduzione
Il film si apre sul mare avvolto nella nebbia dal quale spunta una barca: la barca che accompagna i nostri protagonisti sull'isolotto. Da quest'immagine immagino che i due temi fondamentali siano: il mare (le acque, l'oceano e ciò che nasconde) e la vista (il rapporto tra vedere e non vedere).
Il mare come topos racchiude in se tutto un palinsesto culturale millenario: navigare era scoperta, commercio, potenza, dominio. Il mare impetuoso e indomabile, oscuro e inscrutabile canta ancora quelli che sono i miti e i racconti, che risalgono fino alla cultura classica del mondo greco.
Il faro era un punto, una pausa nell'infinità caotica di linee del mare, un punto da cui orientarsi, una via da seguire. La torre di per se è più o meno solo una torre, è la luce ad essere la guida del marinaio. Furiosa e inarrestabile si scaglia contro il buio della notte con il solo scopo di attrarre i marinai. Il marinaio perso, stanco, affamato, cerca solo una via. Vuole uscire dalla tempesta, superare la notte, vincere le onde e tornare a terra.
Ecco allora il nostro protagonista, il marinaio, che vive in balia del mare cercando di vedere la luce, non potendo vedere casa. Tom, ex marinaio, è guardiano del faro ormai da anni, da quando lo scorbuto gli ha portato via la gamba e con essa la possibilità di navigare; Ephraim, ex boscaiolo, deve invece imparare il mestiere, ma prima bisogna rassettare, pulire, riparare, lucidare tutto quanto, la luce verrà poi.
La sirena
Ecco che anche per Winsolw arriva il momento di fare i conti con gli abitanti del mare: prima fra tutte la sirena. Trovata sepolta nel materasso, una statuina d'avorio d'una sirena, culla il sonno di Ephraim aiutandolo a svuotarsi nello sgabuzzino degli attrezzi. La solitudine e la totale assenza di materiale pornografico sono i primi passi verso un poco sano soggiorno marittimo (tanto da portare i marinai dei miti a vedere e desiderare questi ibridi tra una figura femminile e un pesce, in altre letture ibridi tra donna e uccello). Non oso immaginare a cosa un uomo possa essere portato dopo mesi in assenza di figure femminili.
La sirena nella storia ha assunto forme di rappresentazione diverse, quella di Eggers è funzionale al suo scopo: attrarre, sedurre ed eccitare. Ephraim ha bisogno di una donna per restare lucido, anche se è proprio lei il primo indice della sua caduta. La sirena nella mitologia è quell'essere che seduceva i marinai e li attirava a se per poi nutrirsene, in un certo senso proprio come la luce che seduce, attira e intrappola fino a consumare la mente del marinaio. E la sirena di Winslow prima è solo una statuetta, resa poi in immagine dall'assetato desiderio di carne della mente di Winslow che deve affrontare le impervie del mare, i deliri del collega e un profondo trauma rimosso.
Il gabbiano
Winslow, già di poca compagnia, quasi quanto Tom, sembra non andare d'accordo con i residenti dell'isolotto: i gabbiani. Litigano di continuo, si urlano e si attaccano a vicenda fino a mettersi le mani addosso. "Porta male uccidere i gabbiani, in loro vivono le anime dei marinai che hanno lasciato questo mondo", e se uccidere i gabbiani porta male allora è il vento a portare il male. E dopo che il gabbiano porta la tempesta, è Tom a portare il male, e il mare, maledicendo Ephraim. Entrambi sembrano non andare a genio al povero Winslow.
Il gabbiano da un punto di vista mitico e di credenze purtroppo non riesco a leggerlo, non vivo in una località marittima e non ho letto molto sulla questione, se qualcuno di voi sa più di me vi invito a scrivermi. Da una lettura psicologica però posso dare una mia interpretazione.
Il gabbiano, uccello marittimo, è un chiaro riferimento fallico che contribuisce alla formazione della dimensione maschile (l'intero film è un binomio tra miticità e delirio onirico) che si oppone a quella femminile dell'acqua. Facciamo un passo indietro: l'acqua da sempre immagine carica di significati è dapprima vestita da allegoria dell'oscurità, poi, con la teoria degli umori e la sua evoluzione fino ad arrivare alla psicanalisi, porta con se l'immagine oscura e la racchiude nella figura femminile: nella figura materna, come avevamo detto altrove. Questa dimensione femminile del mare si incarna poi nella sirena che viene da essa ed è sia oggetto del desiderio che espressione del delirio di Ephraim. A questa dimensione femminile si oppone quella maschile, con cui Winslow ha tutto un altro rapporto, costruita attorno al gabbiano e al compagno Tom, dove il gabbiano è simbolo del trauma e Tom è simbolo paterno: di fatto non hanno certo un bel rapporto, anzi proprio come padre e figlio intessono un legame di amore e odio, affetto e violenza, legate dall'alcol. Senza alcol solo violenza.
Non approfondisco per non spoilerare, spero bastino questi accenni per permettervi una rilettura del film più psicologica. Se vi interessa approfondire possiamo discuterne privatamente.
Il faro
Infine il faro, sono costretto a contraddirmi, il faro non è solo nella luce, il faro, inteso come torre, racchiude un paradigma molto importante: quello dell'ascesi. La luce non è qui tra noi, la luce sta in alto, media tra l'uomo e il Dio. E il guardiano, protettore della luce e amante di essa, deve compiere un ascesi per raggiungerla, deve salire, staccarsi dalla terra, proprio come in tutti i luoghi di potere. E la scala per raggiungere la luce è una scala a chiocciola, ossia spiroidale. Non so se c'è un qualche collegamento tra l'ascesi, la luce, il delirio e la spirale ma è già il secondo film che vediamo che unisce questi 4 temi.
I riferimenti alla cultura classica sono abbastanza da consentirmi una piccola digressione: la Grecia classica comprende anche la cosiddetta Magna Grecia, ovvero la Sicilia. Belpoliti a lezione ci spiegava come nella cultura siciliana, di formazione classica, non esiste il concetto di luce e buio = bene e male; data la sua costante esposizione alla luce solare è in essa che si racchiudono sia il bene che il male, come si suol dire: tutto accade alla luce del giorno. La luce assume diciamo una sorta di carattere ambivalente e inaffidabile. Anche qui la luce ha queste caratteristiche: attrae e corrompe l'animo dei marinai e ancor di più dei guardiani del faro che vivono con essa e se ne prendono cura.
Ritornando alla lettura psicologica, vorrei aggiungere qualche parola in merito al faro. Esso è un simbolo molto particolare: data la sua forma e dimensione diviene immagine fallica anch'esso, in questo tronco slanciato e gigantesco che culmina con una stanza da cui fuoriesce la luce. Ma allo stesso tempo è simbolo femminile nella luce che è bellissima, che ti attrae e seduce e che è misteriosa ed incomprensibile per Winslow. Questa figura, simbolo della coesistenza di due mondi che apparentemente non si comprendono, è tutto per i nostri protagonisti, proprio come il pene è il centro del mondo dell'uomo e la donna è quel desiderio incomprensibile ed inafferrabile.
di Ruben Carminati