Stimolo, percezione e memoria
Questo articolo pone la lente d'ingrandimento sugli stimoli esterni ed interni del punto, e su come e dove vengono immagazzinati.
Innanzitutto ci tengo a chiarire che non so pressoché nulla di psicologia o psicanalisi, quello che scrivo è frutto di letture personali molto appassionate. Per questo potrei sbagliarmi, parlare di questioni desuete e superate e persino fare disinformazione, anche se spero che nulla di questo avvenga... Di certo sarò sintetico e tenderò alla generalizzazione non alla specificità, anche se mi piacerebbe farlo. Ma temo sarebbe noioso dilungarsi in discorsi metapsicologici di difficile comprensione, per questo userò Freud quel poco che basta per costruire un mio discorso.
Quando un punto è quiescente da molto tempo può succedere che le forze interne non siano sufficienti perché esso si muova al primo stimolo esterno, ma esso stimolerà le forze interne portandolo così a maturazione, e una volta maturo sarà pronto a muoversi.
Chiunque di noi può essere uno stimolo esterno per gli altri. Ora mi sorge una domanda: se si è un agente esterno, che può quindi stimolare il punto, come si agisce su di esso per spingerlo al movimento o alla maturazione? Qual'è il confine tra una spinta costruttiva ed una spinta distruttiva? Ogni risposta a suo tempo.
Ma veniamo a noi, Freud, parlando in termini metapsicologici, paragona l'origine della psiche ad un piccolo frammento di sostanza vivente simile ad una vescichetta, e dice: "Questo piccolo frammento di sostanza vivente è sospeso in un mondo esterno dotato delle più forti energie, e perirebbe a causa delle stimolazioni che ne emanano se non fosse provvisto di uno scudo che lo protegge dagli stimoli. Questo scudo se lo procura nel modo seguente: lo strato più esterno cessa di avere la struttura propria della sostanza vivente, diventa in certa misura inorganico e assume la forma di un particolare rivestimento o membrana che ha la funzione di respingere gli stimoli"¹. Trasliamo questo discorso nei nostri termini: parliamo perciò di un punto primitivo, alludendo sempre alla psiche, che per difendersi dal mondo esterno struttura un involucro protettivo, un contorno, un limite.
Il punto è un essere puramente narcisistico, la sola esistenza di un mondo esterno lo turba. Il mondo esterno è in continuo cambiamento e produce infiniti stimoli da cui il punto vuole difendersi per evitare la produzione interna di dispiacere. Per difendersi dagli stimoli del mondo esterno la psiche attua una fuga attraverso il sistema muscolare: reagisce con l'azione per allontanare il dispiacere.
Gli stimoli però non arrivano solo dal mondo esterno ma anche dall'interno del punto, e quando il dispiacere è interno, la fuga motoria non è possibile. Per questo la psiche "improvvisa" dei meccanismi di difesa che le consentano di evitare la percezione del dispiacere, uno di questi è la rimozione.
Facciamo un attimo un passo indietro e vediamo come funziona il processo della percezione: uno stimolo esterno si infrange contro la superficie sensoriale del corpo e così perviene al sistema C-P (percettivo sensoriale), in questo momento l'informazione è cosciente. La coscienza però non ha alcuno spazio di immagazinamento perciò quest'informazione passa all'istanza successiva e diviene un'informazione preconscia, ossia inconscia (intendendo non cosciente) ma che può, col giusto stimolo, ritornare cosciente. Piccolo esempio: non ricordo di cosa stavo parlando, faccio mente locale e ricordo tutti i punti su cui abbiamo discusso finché non trovo quello che mi illumina: <<Ah! Ok, parlavamo di...>>.
Nell'Io albergano non solo informazioni preconsce ma anche informazioni inconsce, ossia tutte quelle informazioni che incontrano una resistenza, quelle informazioni che se tornassero coscienti provocherebbero una scarica di dispiacere e perciò vengono rimosse. Un esempio: ho subito un abuso, non lo ricordo, perché se lo ricordassi il mio cervello non gestirebbe la produzione di angoscia.
Breve riassunto: tutti gli stimoli sensoriali dopo essere stati percepiti diventano inconsci, se la censura dell'Io ritiene che un informazione possa tornare cosciente allora la si dice preconscia o prec, mentre se l'informazione non passa l'esame critico viene detta rimossa o inc.
Da tutto ciò impariamo che nella nostra psiche c'è un Io, che è una delle tre macro strutture che ivi albergano (le restanti due sono Super-io ed Es). Nell'Io troviamo il magazzino degli stimoli sensoriali, chiamati residui mnestici, che corrisponde alla memoria o almeno ad una parte di essa. I residui mnestici, che sono assolutamente inorganici e privi di un corpo, non si possono muovere liberamente nell'Io ma subiscono l'attività censoria di un istanza giudicante che sceglie se "bollarle" come prec o come inc, ed in base a ciò determinare il loro movimento. Risulta quindi chiaro che esistono dentro di noi dei limiti che non si impongono direttamente al nostro corpo ma ad un qualcosa di inorganico che si vorrebbe muovere all'interno di noi e che influenza indirettamente noi ed il nostro movimento, questi limiti psichici li chiameremo limiti del profondo per differenziarli da quelli interni.
La psiche abbiamo detto deve difendersi dagli stimoli esterni e da quelli interni, le impressioni sensoriali arrivano dall'esterno, vengono percepite dalla superficie sensoriale e divengono residui mnestici, ma ci sono anche stimoli che originano dall'interno e puntano ad uscire e questi prendono il nome di impulsi.
Gli impulsi originano nell'Es (una regione più oscura per via della sua intera essenza inconscia) e si differenziano in impulsi libidici e impulsi di morte. Sarò breve e superficiale. Questi due tipi di impulsi che spesso e volentieri si legano, creando impasti e disimpasti pulsionali, sono essenzialmente dei bisogni che cercano la scarica (sotto forma elettrica attraverso il sistema muscolare) per ottenere il soddisfacimento e produrre piacere.
Capita però che il soddisfacimento di alcuni impulsi comporti delle scariche di dispiacere, in tal caso un'altra istanza censoria dell'Io, che si trova questa volta tra il Prec e l'Inc (e non tra la C e il Prec come l'altra), rimuove l'impulso che genera dispiacere impedendogli l'accesso al Prec, così esso dovrà cercare delle vie secondarie per trovare la scarica, e questo potrebbe comportare la formazione di una patologia.
Piccola delucidazione su Io ed Es. Immaginiamoci queste due istanze come due regioni del cervello distinte, anche se non è corretto. L'Io è quella parte dell'Es che si è modificata grazie al contatto con il mondo esterno tramite il sistema percettivo, che ha creato la Coscienza e il Preconscio. L'Es invece è quell'istanza primitiva ed ereditaria dove originano gli impulsi ed in cui si racchiude una sorta di memoria genealogica. Nell'Es può esserci solo materiale inconscio, nell'Io può esserci sia materiale rimosso che preconscio che conscio.
Che cosa capiamo da questo articolo di natura psicologica? Semplicemente che all'interno del nostro corpo ci sono delle forze e dei limiti che agiscono direttamente sul nostro corpo, muovendolo e bloccandolo. Siamo influenzati e anzi indirizzati e spinti da queste forze del profondo e bloccati dai loro limiti. Perciò non siamo del tutto padroni di noi stessi.
¹Al di là del principio di piacere, S. Freud
Per approfondire i temi discussi qui consiglio la lettura di La teoria psicoanalitica - Raccolta di scritti 1911-1938, S. Freud