Spiderverse

04.11.2024

ATTENZIONE, questo articolo è stato scritto a sei mani, presenta cambi di stile, di punti di vista e di opinioni, oltre che di Spider-man.


Spider-Man, di Ruben

Primo capitolo dell'iconica trilogia di Sam Raimi questo lungometraggio abbozza quella che negli anni diverrà la leggendaria e mutevole forma dello Spider-man.

Non è semplice rileggere questo Spiderman alla luce di tutto ciò che ne è venuto dopo, conoscendo il suo seguito e le diverse sfumature in cui è stato raccontato è impossibile guardarlo "con gli stessi occhi" della prima volta. 
Questo è il primo Spiderman, il primo dei primi, l'opera che Raimi ci consegna già bell'e pronta per essere un icona e segnare il continuum del mondo Marvel che poggia su questo film, ed altri, la struttura portante dell'intero multiverso.

Il film è strutturato sul classico format dell'eroe: Peter è orfano e vive con gli zii, lo zio ha da poco perso il lavoro e perciò la famiglia affronta un momento di precarietà. E come se non bastasse il carattere e lo spiccato intelletto di Peter lo rendono la perfetta vittima del machismo virile dei compagni di classe. Durante una gita scolastica viene punto da un ragno che lo rende quello che noi ben conosciamo come Spiderman, l'uomo ragno, il supereroe. Ma tra la puntura e il divenire un eroe c'è un intermezzo, che è forse la parte più affascinante del film, in cui viene mostrata la dualità e il conflitto interno di Peter su ciò che è Bene e ciò che è Male. Lo zio Ben tenta di metterlo in guardia ma lui è solo un ragazzo, arrabbiato e confuso.

Dietro ad un grande film c'è sì, un grande protagonista ma anche un grande villain. Questo film spicca tra gli altri perché mostra sia la nascita di Spider-Man che di Goblin, due acerrimi nemici, e in un certo senso anche così intimi amici, che si contendono la scena e le inquadrature tanto che possiamo dire con certezza che il protagonista è Spider-Man solo grazie al titolo. E' un film di supereroi vecchio stile, una bella scazzottata di carattere mischiata al dramma famigliare, all'amore per Mary Jane e la complicata amicizia con Harry Osborne il cui padre sta affrontando qualche problemino a lavoro. Tutto ben amalgamato e reso solido da una regia portentosa che funge da collante e restituisce il tutto dandogli ordine e appetibilità.

Questo Spiderman è uno di quei film che diremmo della vecchia guardia, uno dei film del periodo "classico" dell'MCU sul quale hanno potuto costruire la seconda fase, quella del boom, quella degli Avengers. La fase d'oro. Non ci sarà più una scazzottata come questa nell'MCU, non ci sarà più un film come questo: che narra nascita, incontro, scontro e morte, dell'eroe e del villain. Non ci sarà più uno Spiderman come questo. C'è ne saranno di diversi, migliori o peggiori questo non mi concerne. Diversi, questo è certo.


The Amazing Spider-Man, di Andrea Brevi

Vedere "The Amazing Spider-Man" per farne una recensione è qualcosa che non mi sarei mai immaginato di fare. È un film molto criticato e spesso snobbato; la gente preferisce Tobey Maguire o il giovane Tom Holland, mentre in pochi difendono il buono che Andrew Garfield ha da offrire.

Quando uscì nelle sale, il confronto con i film precedenti era inevitabile. Se è vero che non si dovrebbero fare dei confronti, è vero anche che gli studios potevano prevederlo e difficilmente un reboot poteva reggere con la trilogia di Raimi. Non ha retto soprattutto se consideriamo che lo Spider-Man di Garfield non ha portato nulla di nuovo al pubblico: cambia l’interesse amoroso di Peter, cambia il cattivo, cambia l’autorità che se la prende con Spider-Man, però rimangono sempre le stesse dinamiche, gli stessi ruoli e le stesse origini che abbiamo già visto con Tobey Maguire... cambia tutto per non cambiare nulla.
Se consideriamo lo spiderman di Tom Holland, quello sì che ha cambiato le carte in tavola, narrando le origini di Spiderman in maniera totalmente diversa dai primi film sul personaggio. 
"The Amazing Spider-Man", quindi, è la replica in chiave più moderna di un film già visto e le critiche negative nascono proprio da questo.

Eppure, se non facessimo confronti, noteremmo tante cose belle che questo film ci ha voluto mostrare: un Peter Parker sempre sfigato ma meno vittima, con più coraggio di reagire alle difficoltà; una New York e i suoi abitanti a passo con i tempi, anzi, con tecnologie più avanzate proprio come nei fumetti; uno Spider-Man agile, snello, dinamico, con pose assurde e ragnatele più filamentose; zio Ben e zia May che non hanno 70 anni ma sono più giovani; ci vengono mostrati i genitori di Peter e il lavoro di ricerca scientifica del padre; vediamo reazioni diverse nelle forze dell’ordine di New York, con poliziotti pro e contro Spider-Man.
Anche nei fumetti il personaggio di Spider-Man è stato modernizzato per stare al passo coi tempi, cercando di renderlo sempre simile ai giovani che leggono i fumetti.
Man mano che gli anni passano, Spider-Man cambia così come cambiano i lettori delle sue storie; probabilmente gli studios hanno pensato di fare lo stesso nei film.

Purtroppo, come già detto, il film sembrò solo una replica già vista e quando uscì lo Spider-Man di Tom Holland, l’attenzione si spostò definitivamente su quello, lasciando nel dimenticatoio "The Amazing Spider-Man".
Tra tutti i film sull'Arrampica-muri, questo è il fratello di mezzo: non colpisce come il primo e non attira l’attenzione come l’ultimo. È stato lasciato a sé stesso, fino all’uscita di "Spider-Man: No Way Home".
Recensire questo film non è facile perché non ha tanto da raccontare. È un film un po' così, che non sa di niente. La trama ricalca le origini del personaggio (già vista con Tobey) e le novità che porta sono davvero poche (non come con Holland) e, anche se Andrew Garfield mi piace come attore, in questo ruolo non ha avuto la possibilità di esprimere il meglio del suo personaggio.
Rimane comunque un film da recuperare se si è fan di Spider-Man. 


Ebbene siamo arrivati al terzo Spiderman, lo Spiderman della Gen Z e dei fan di Zendaya, uno Spiderman interpretato da un giovane Tom Holland, che non manca di rispettare il canonico stereotipo del ragazzo un po' nerd e un po' timido, ma con coraggio da vendere. 

A differenza degli altri Spiderman, noi veniamo a conoscenza di questo personaggio da una sua comparsa in un precedente film: Captain America – Civil War, in cui Spiderman viene chiamato alle armi dal multimilionario, playboy e filantropo Tony Stark, sancendo la sua definitiva entrata nell'universo della Marvel.

Non abbiamo nessun preambolo sul personaggio, sappiamo che è stato morso da un ragno e che le ragnatele le crea in laboratorio durante l'orario scolastico, un po' come lo Spiderman di Andrew Garfield. È innamorato di Lizzie, la ragazza più bella della scuola e capitano della squadra del Decathlon (due cose che non sembrano coesistere nel mondo reale), ed è sempre accompagnato dal suo migliore amico Ned, ancora più nerdeggiante di lui.

Tony Stark è il mentore del giovane Peter, a cui ha assegnato il compito di "bravo Spiderman di quartiere", praticamente un invito a stare fuori dai guai, un invito che Peter fatica a rispettare, infatti, dopo aver sventato una rapina, viene trascinato in una serie di eventi che conducono sempre più verso un nemico apparentemente fuori dalla sua portata.

Peter, preso dalla smania dell'eroe, comincia a dimenticare chi è, e mette in secondo piano la scuola, gli amici e la zia Mae, ma dopo un classico scontro epico con le forze del male decide di riprendere il controllo della sua vita da adolescente.

Tom Holland è uno Spiderman di tutto rispetto, le scene d'azione sono avvincenti e il personaggio non manca del tipico umorismo alla Spiderman, eppure il film sembra mancare qualcosa, forse c'è una piega troppo adolescenziale, infatti viene costantemente ritratto come un ragazzino che non sa cosa sta facendo, o forse il cattivo è semplicemente mediocre (sorry Kevin), magari l'interesse romantico non è così spiccato come nelle precedenti versioni o il mancato background che toglie uno scopo a questo grande eroe tanto amato da grandi e piccini.

Le ragioni potrebbero essere molte, ma questo Spiderman, per quanto amabile e divertente, sembra non essere all'altezza eroica dei suoi predecessori, ma nel MCU c'è sempre tempo per la redenzione, o almeno così credevo.