Slender Man
Slender Man nasce nel 2009 in un concorso fotografico a tema horror e subito guadagna una popolarità immensa, grazie a tutte le creepypasta (brevi storie horror) che si diffusero su internet. Fino a non molto tempo fa andavano di moda questi racconti, per lo più conosciuti da ragazzini che non volevano dormire o che erano ad un pigiama party con gli amici.
Nel 2018 le creepypasta stavano già perdendo la loro fama, eppure il film di Slender Man catturò l'attenzione del giovane pubblico e di tutti i ragazzi cresciuti con le storie sul personaggio: provavano un non so ché di nostalgico per i tempi delle medie e per i racconti di fantomatici avvistamenti.
Ed è proprio questo ad avergli fatto guadagnare 51 milioni al botteghino - nonostante la critica lo abbia demolito.
Una maschera da teen horror
Le protagoniste sono adolescenti, frequentano la scuola, vivono da ragazze della loro età, hanno problemi con i genitori e con sé stesse. Poi arriva l'elemento horror dato dalla figura dello Slender Man. Tecnicamente questo caratterizza tutti i film teen horror, ma con Slender Man le cose sono diverse: la pellicola risulta più artistica e autoriale, come un esperimento cinematografico più che un horror classico.
Molti momenti sembrano voler solo creare atmosfera, certe immagini sono come quadri da osservare e parecchie scene sono più disturbanti che spaventose.
Sin dal trailer il film si presenta come un classico film per giovani, i quali si aspettano sempre dinamismo ed emozioni immediate, con colori vividi e tanto splatter. Ritrovarsi un film d'atmosfera che limita l'uso dei jumpscare ha fatto storcere il naso a molti.
Stilisticamente rimanda molto alla versione horror dei quadri di Magritte, alle creature di Tim Burton e alle ambientazioni da fiabe tedesche (non quei rifacimenti disneyani tutti rose e fiori, intendo le spaventose versioni originali).
Penso sia la regia e la fotografia di origini europee ad aver portato qualcosa di nuovo nell'horror americano... ma è solo una mia idea. Quello che è chiaro è che Slender Man non voleva essere come tutti gli altri.
Una grande intuizione
Si ripete sempre la stessa storia: se c'è un mostro, le situazioni horror saranno tutte sulle sue spalle; lo si tiene nascosto il più possibile e con un grosso jumpscare verrà scoperto; da quel momento in poi dovrà essere trovato e sconfitto.
Ovviamente se non c'è più un mostro misterioso ma solo una bestia da abbattere il film perde il tono horror, diventando più dinamico per permettere ai protagonisti di vincere.
In Slender Man invece fin da subito vediamo la creatura. Da subito partono i problemi e devono essere risolti, cercando di sconfiggere l'entità che ha causato tali problemi. Il regista ha costruito l'atmosfera horror attorno agli ambienti e ai poteri di Slender Man, riuscendo così a non perdere l'horror fino alla fine.
Noi spettatori sappiamo chi è il nemico, sappiamo che dovrà essere sconfitto ma sappiamo anche che non può essere battuto, quindi il senso di impotenza ci schiaccia e ci terrorizza.
Non è un film che vuole farti saltare dalla sedia, deve più che altro disturbarti e insinuarti un disagio, così da rimanere impresso nella tua mente.
A questo punto è giusto scrivere che ci sono tante cose che non funzionano e che non lo rendono un capolavoro. La recitazione non sempre convincente, certi personaggi senza senso, momenti prevedibili e difficoltà nel legare con le protagoniste. Non è un film bellissimo, ecco.
Chi è davvero Slender Man?
Nel film le protagoniste sentono prima qualche voce sul mostro, poi scoprono il video, seguono le istruzioni per un rituale spiritico e infine lo vedono per la prima volta.
È una serie di passaggi che mi ha fatto capire cosa sia veramente lo Slenderman. Non è un demone e nemmeno uno spirito maledetto. Slender Man è una sfida, una moda, un trend, un complotto, un giudizio, un fenomeno del web, una critica, un simbolo, una teoria... è tutto ciò che si può incontrare sul web e che si diffonde tra le persone grazie alla chiacchiera, al pettegolezzo, al vociferare.
"Lui si fa vedere quanto basta per infettarci. Più paura crea, più ne restiamo affascinati: parliamo e scriviamo di lui, condividiamo foto, clicchiamo su link, photoshoppiamo immagini... così funziona un virus, è così che si diffonde. Alcune persone si spingono oltre il limite e lo cercano [...] e le persone che lui rovina, rovinano a loro volta, diventando storie da raccontare. Tutto diffonde la sua parola, sapete?"
Proprio come un virus, si diffonde pian piano partendo da qualche discorso, alimentando il mistero e spingendo i curiosi verso il pericolo.
Non importa se sono gli insulti di qualche cyber bullo o è un pericoloso trend online, queste cose influenzano profondamente la gente. Su internet è facile incontrare uno "Slender Man", ma se gli diamo attenzione e facciamo il suo gioco, saremo spacciati.
Nonostante le imperfezioni merita di essere visto.
Valutazione:
★★★★★★★☆☆☆
di Andrea Brevi