Shutter Island

27.01.2025

"Cosa sarebbe peggio:
Vivere da mostro?
O morire da uomo per bene?"

Film del 2010 diretto da Martin Scorsese e tratto dall’omonimo romanzo, la vicenda ruota attorno ad un’indagine che un federale e il suo collega svolgono su un’isola che ospita un manicomio criminale, in seguito alla scomparsa di una detenuta.
Man mano che seguiamo il protagonista notiamo che non tutta la verità è stata svelata.

Lineare è meglio 

Questo film è uno spappola-mente che porta a dire “devo rivederlo un’altra volta”.
E non solo perché è un bel film, ma perché è pieno di dettagli che solo ad una seconda visione si possono notare. Ci sono tanti piccoli elementi che fin da subito mettono in guardia sui misteri a cui andremo incontro e che tentano di svelare la verità dell’isola.
La forza del film sta in questo: non ci sono trucchetti di qualche genere per confondere lo spettatore, semplicemente viene mostrata una narrazione ricca di elementi che diventano sempre più contraddittori e scopriamo man mano che c’è una verità nascosta dietro ciò che vediamo.

Il velo di Maya

Non faccio spoiler per non rovinare il film a chi di voi non lo ha ancora visto. Mi limito a dire che il vero mistero non è dato da una verità incompleta, bensì da una verità nascosta dietro ciò che vediamo.
Noi spettatori siamo come il protagonista che indaga, inconsapevoli di ciò che c’è sull’isola e incapaci di trarre conclusioni certe. Troppe cose non sono state dette.
Come diceva Schopenhauer “Il velo di Maya nasconde la realtà delle cose”.
La domanda ora è: chi ha messo questo velo?

Un labirinto di indagini

Il protagonista è sia vittima che fautore del mistero. Come in tutti i film gialli, le sue stesse analisi diventano, ad un certo punto, vicoli ciechi che lo costringono a tornare sui propri passi e a cercare nuove piste da seguire.
Accade però che in ogni pista, anche se sbagliata, si viene a conoscenza di elementi utili alla risoluzione del caso. Man mano che questi elementi si accumulano, crescono anche le incoerenze e le contraddizioni tra le prove, portando il detective ad intraprendere nuove piste che aumentano la confusione e ciò porta il detective… insomma, avete capito che è una spirale da cui non si esce.
Quando la confusione raggiunge l’apice è il momento in cui noi spettatori veniamo a conoscenza della verità: il detective, o altri personaggi, ribaltano la situazione con una rivelazione credibile e che risolve tutti i nostri problemi.
Sia al protagonista che a noi viene posta una scelta: gli crediamo o no?
Corriamo il rischio di lasciarci abbindolare da belle parole e di credere di aver tolto il velo, quando in realtà siamo solo intrappolati in esso.

Il finale, sempre senza spoiler, ci presenta all’ultimo un altro momento spappola-mente, per sottolineare come anche nella conclusione non possiamo smettere di cercare la verità.
Scopriamo cosa ha scelto il protagonista (se credere o no alla rivelazione), ma vediamo anche come riesce a confonderci nuovamente le idee, come a dire “io mi fermo qui, sta a voi spettatori continuare a cercare la verità”.


Film molto bello, non troppo complicato ma che cattura. Anche rivederlo più volte non stanca per via di tutti i dettagli che si notano. Ottima regia e atmosfere suggestive.

 Valutazione:
 ★★★★★★★★★☆