Senza limite?
Abbiamo finora visto il limite e le due estreme reazioni che comporta: subire ed infrangere, ma cosa succede se un corpo è privo di morale? Se non possiede quel limite etico che la nostra società ritiene fondamentale? Come si muove? E, cosa comunica?
Per questo terzo articolo ci appoggiamo a Poor Things di Yorgos Lanthimos, un film in cui ci viene mostrata la libertà, del corpo e della donna, nell'emblematica Bella Baxter, il risultato di un pazzo esperimento di innesto cerebrale.
Se proviamo ad immaginare un corpo senza limite tendiamo a figurare un corpo che fa tutte quelle cose che vorremmo ma non facciamo.
Nell'epoca della colonializzazione europea del mondo, un periodo storico che attraversa diversi secoli e di cui oggi raccogliamo i cocci, in cui in società vivevano mode e feticci come l'orientalismo o la passione per "l'arte negra" e tante altre spregevoli cose da borghesi. In quell'epoca i soldati, non solo sterminavano e colonizzavano ma stupravano e si slanciavano in atti amorali che non si sarebbero mai permessi nel cosiddetto mondo civilizzato: strano visto che l'etica a quei tempi era ferrea, anzi era tutto. Questo rende intuibili due cose fondamentali: innanzitutto che il limite etico, in quanto imposizione, appena fuori dai limiti della giurisdizione smette di svolgere la sua funzione e anzi deriva poi nell'opposto di ciò che tutelava. E da ciò ne deriviamo che la morale è solo una questione di facciata, per fare buona figura nella società, non per essere dei bravi cittadini del mondo ma per essere delle persone a modo.
La differenza tra Bella Baxter e i nostri avi conquistatori è che Bella nasce adulta ma priva di morale come una bimba, non la conosce proprio, non ha questo limite e perciò non può infrangerlo. Ma se non ha limite morale chissà che spregevoli cose potrà mai fare, no?
Nella prima parte del film Bella è ferma in un punto, la casa Baxter, un piccolo mondo meraviglioso e sicuro che Godwing Baxter, il folle scienziato che le ha dato vita, ha creato per lei. Ma il suo corpo maturo incontra l'immensa forza generatrice del suo cervello d'infante unita ad una curiosità incontenibile, e al primo stimolo esterno (Max McCandles) il punto si rompe ed inizia a muoversi: vanno al parco. Ritorna a casa e l'indomani scopre la sua sessualità, il punto sta maturando, si carica di nuove tensioni interne e al successivo stimolo esterno (Duncan Wadderburn) il punto si rompe e Bella esce, scappa con lui verso Lisbona per conoscere il mondo e fare "furiosi balzi" nel letto.
La sessualità e la libertà femminile sono il nodo centrale del film, ma noi percorriamo tutt'altro cammino, queste tematiche sono ancora troppo complesse e lontane per noi, allora tagliamo trasversalmente la narrazione e notiamo giusto i particolari che ci interessano.
Partiamo nuovamente dal punto, un'unità vivente incredibile, esso è conchiuso in se stesso, l'abbiamo detto ancorato alla superficie di fondo. Crescono in lui delle forze, e altre forze dall'esterno lo travolgono spingendolo fuori dal sé: il punto si rompe, si muove e origina la linea.
Quando Kandinskij parla di punti e di linee le mette in relazione con la musica, per lui queste entità hanno un suono che varia in base alla loro forma e la loro forma varia in base alle loro tensioni interne. Il punto già di suo può avere mille suoni diversi ma la linea, si intuisce, possiede molte più espressioni e quindi suoni. Il suono in altre parole è il bisogno espressivo, che si traduce in lingua. Il punto parla una sola lingua, quella della forma, ma è una lingua estremamente pura e complessa, e non è ora di nostro interesse. Mentre la linea parla le lingue del movimento che sono per noi più semplici da comprendere.
Bella è una ragazza curiosa e vivace e in quanto tale è una linea molto movimentata. E se è vero che il movimento è lingua allora proviamo a vedere che cosa ci dice:
Il primo movimento è quello del camminare che trova un'iperbole interessante nella scena del ballo (riportata più sotto). La danza, una qualunque danza, è strutturata su delle precise regole, regole sociali che impongono un limite etico al ballo. Certo di danza in danza queste cambiano e soprattutto di epoca in epoca, guardate il valzer poi la salsa e poi un gabber... c'è più di un mondo tra queste tre danze, ma tutte e tre hanno dei codici ferrei. Bella certo non conosce i codici di questo ballo ma credo ci sia qualcosa di magico nel modo in cui sente il richiamo della musica e si lascia completamente andare ad essa, è estremamente genuina anche se un po' meccanica, tanto genuina da essere fuori da ogni regola, e abbastanza da mettere Duncan Wadderburn in imbarazzo di fronte a tutta la sala.
Da questa clip si può intuire qualcosa anche sull'uso del linguaggio, che è molto simile alla camminata, anche se di entrambi non si può cogliere l'enorme miglioramento in scioltezza e fluidità che col tempo Bella riesce a fare. Entrambi sono inizialmente molto meccanici, con una ritmica spezzata e scoordinata ma comunque di un'estrema naturalezza, privi di filtri e di abbellimenti, crudi e sinceri: mi comunicano entrambi la natura di Bella ossia di una bambina nel corpo di una donna, di un'essenza spezzata e ricucita, che deve imparare qualcosa che il suo corpo un tempo ha conosciuto ma che per la sua testa è assolutamente nuovo, e che nel farlo non prova alcuna vergogna e anzi si lancia a capofitto nell'avventura.
Un'altra lingua molto esplicita che lei parla è quella dei vestiti, quelle che indossa sono tenute vestimentarie particolarmente intriganti che riflettono precisamente la sua essenza: mille colori sgargianti alle volte anche in contrasto tra loro, tessuti leggeri e ridondanti che si gonfiano su precise zone del corpo. Questi costumi mi ricordano subito i fiori, perfetta metafora della bellezza innocente e della maturità sessuale di Bella, allo stesso tempo i costumi comunicano chiaramente la sua eccentricità, la sua unicità, e ancora la sua essenza divisa, cucita assieme.
Che cosa deduciamo da questo? Ballare, parlare e vestirsi sono dei movimenti, e tutti e tre riflettono la personalità di Bella, ci comunicano chi è, com'è. Ci comunicano la sua essenza. Quindi, tutto ciò che origina dal movimento, consciamente o no, comunica qualcosa del soggetto, per questo lo definiamo lingua.
Ora, tornando ai punti e alle linee asseriamo che se la linea nasce dal movimento del punto, e se il movimento è lingua, allora la linea esprime il punto: il punto vuole dire qualcosa (forma), la linea lo comunica (movimento). In altre parole diciamo che il punto è l'essenza, la linea è l'espressione di essa, ossia il tentavo di comunicare attraverso la lingua. Ogni entità vivente è in astratto un punto e in concreto una linea, per fare un parallelo con un capitolo ancora non citato di CLIMAX (cap. III, par. 2), e mostrarvi così che anche se spazio da un tema ad un altro, tutto, almeno nella mia testa, è collegato; diciamo che il punto è l'essenza mentre la linea è l'apparenza. Ogni organismo è una linea fisicamente tangibile, che origina da un punto assolutamente metafisico.
Per chiudere in bellezza un'ultima puntualizzazione, Bella non ha il limite etico e lo viene formando durante il film, proprio come tutti noi che ne nasciamo sprovvisti e lo costruiamo nella nostra testa con la crescita. A differenza degli europei che hanno colonizzato il mondo Bella non ha fatto del male a nessuno, l'unico che ha sofferto è giusto Duncan Wadderburn che pensava di incastrarla e di possederla ma in realtà le ha dato la possibilità di prendere in mano la sua libertà. Quindi grazie Duncan Wadderburn per aver mosso un punto e aver creato una linea fantastica, con cui io poi ho costruito questo articolo sul movimento come fondamento della comunicazione, che ora è concluso.