A Rickantide
Ep.7 S.3
Rick e Morty si godono un meritato viaggio ad Atlantide mentre nella cittadella si avvicinano le elezioni.
Ma prima un po di contesto:
Rick è l'uomo più intelligente dell'universo e Morty suo nipote e aiutante. E' tanto intelligente da essere il più ricercato dalla federazione e per nascondersi i Rick di molte linee temporali hanno creato la cittadella. Un posto dove i Rick possono vivere lontani dal governo. La cosa buffa è che per scappare del governo hanno creato un governo ed è per questo che il "nostro" Rick (C137) non ci va molto d'accordo, lui che come dice lui è il Rick più Rick di tutti.
Quest'episodio è il primo e se non sbaglio l'unico in cui i nostri Rick e Morty non inciampano nell'arco narrativo. In compenso troviamo un infinità di altri Rick e ovviamente di Morty nella loro alienata routine. La geniale trovata di quest'episodio che lo rende uno dei più streammati della serie, è la modalità di racconto della storia che vede l'ascesa al potere del primo candidato Morty alla mo di noir-scifi.
Con un tono distopico e una narrazione, accompagnata dalla musica, eccezionale, questo episodio mostra le dinamiche del capitalismo che hanno finito per dilagare anche alla cittadella. Cittadini di serie A e di serie B, come argutamente sottolinea il candidato del partito dei Morty. I Morty che vengono rimbalzati di Rick in Rick e a cui vengono insegniate le nozioni per essere un "buon Morty". Il potere che controlla e il popolo controllato.
Allegoria della società capitalistica la cittadella è abitata da persone tutte uguali, prive di peculiarità nonostante ogni Rick sia a suo modo diverso è omologato dall'oggettivante alienazione della società in cui nasce, una società corrotta fino nel midollo. Le tematiche dell'episodio sono anche impegnative (rese in modo ovviamente leggero), vediamo per esempio la doppia faccia della cittadella, quella che tutte le metropoli vogliono nascondere, quella della povertà, del crimine e dello sbando. Vediamo un sistema giudiziario deviato, un sistema scolastico degenere e la realtà dissacrante della fabbrica. Tutto riconduce ad una sottile e quasi umoristica critica al capitalismo del gusto, ai "semplice Rick". Mentre nel marcio della città si fa strada un Morty determinato e audace, fiducioso di poter vincere le elezioni.
Il multiverso perciò qui è visto in chiave critica, se ci sono infinite linee temporali ci sono infiniti Rick ed infiniti Morty, come fossero fatti in serie in una fabbrica tale e quale quella dei "semplice Rick". Come se fossero il sottoprodotto di una cultura totalizzante e opprimente. Come fossero la forza lavoro necessaria all'elité dominante della cittadella. Insomma ovunque c'è l'uomo, in qualunque linea temporale con il proprio risvolto storico, c'è il capitalismo che altro non è che una delle molte forme del fascismo. E non c'è rivolta storica, sociale, politica che possa cambiare le cose, non sembra esserci modo di ribaltare il potere, se nemmeno l'episodio 1 della terza stagione (continuazione del 10 stagione 2) è bastato.
VALUTAZIONE: ★★★★★★★★★★
E' strano dare una valutazione ad un episodio di una serie. Per valutarlo ho preso in considerazione il livello medio degli episodi della serie e paragonato questo alla media. Poi ho tenuto conto del contenuto simbolico dell'episodio, della regia e dell'uso clamoroso della musica. E direi che si meritava una valutazione piena.