Psycho

Alfred Hitchcock, regista noto al mondo per l'immortale contributo che ha dato al cinema, famoso per aver spinto i limiti su cosa sia accettabile nei film di massa e per aver messo un'asticella bella alta per il genere horror, con Psycho, il film più influente e di successo nella leggendaria carriera di Hitchcock, tocca il suo apice.
La storia verte attorno ad una segretaria a cui vengono consegnati 40'000 dollari da depositare in banca, ma che finisce per intascarseli e fuggire con l'intenzione di iniziare una nuova vita. Bloccata nella pioggia e stanca dopo un lungo viaggio decide di fermarsi per la notte presso il Bates Motel, il cui proprietario, che sembra vivere sotto il ferreo dominio della madre, nasconde in realtà un segreto.
In tutta la sua carriera Hitchcock ha arricchito su vasti fronti il mondo cinematografico specialmente con thriller spiazzanti che hanno aperto le frontiere del genere, eppure Psycho appare come qualcosa di nuovo. È il suo primo avvicinamento al mondo dell'horror vero e proprio, e sfonda la barriera della censura come nessun film ha fatto prima, basta ricordare come prima di Psycho, nessuno in America avesse mai visto il corpo nudo di una donna sullo schermo.

Diventa così un mito e un'icona della cultura pop. Una sceneggiatura maestosa, una trama sconvolgente e una buona dose di citazioni memorabili creano il mix perfetto. Girato con un modesto budget, la cinematografia in bianco e nero si rivela una scelta vincente lavorando a favore del film e l'uso eccellente del focus e di dettagli meticolosi che catturano lo svolgersi degli eventi con chiarezza, creano un appeal perenne per un pubblico di qualsiasi epoca.
Il cast non lascia delusioni, con le performance stellari di Janet Leigh, che cattura perfettamente il senso di colpa che tormenta Marion, e di Anthony Perkins, in un geniale lavoro come Bates, che appare inizialmente tranquillo e sottomesso, ma che progredisce con il progredire del film, fino al suo raggelante finale.
Per non parlare della terrificante colonna sonora di Bernard Herrmann, che marca questa presenza oscura percepita fin dall'inizio, intensificando l'esperienza dello spettatore aggrappato al suo sedile o mezzo nascosto sotto le coperte.
Non c'è altro da dire: il film è un capolavoro del cinema e se non siete già corsi a cercarvelo su qualche sito streaming pakistano, allora cosa state aspettando?

CONTIENE SPOILER
Mommy Issues
Il personaggio di Norman Bates è una figura a dir poco interessante, cresciuto dalla madre con l'idea che tutto ciò che riguardi il sesso e le donne sia peccaminoso, supera l'infanzia subendo a più ripetute gli abusi fisici e psicologici della madre che lo lasciano traumatizzato.
A causa del trauma la sua vita è una costante contesa tra il subire la madre ed esserne dominato o riuscire a controllarla.
Nel corso del film vediamo momenti in cui Norman è estremamente succube di questa donna che si nasconde al piano di sopra della casa che sorge dietro il motel, ed altri in cui le risponde a tono, creando per tutti noi un'atmosfera enigmatica.


Allora quale è la vera natura del rapporto di questi personaggi?
Solo nel finale scopriamo che la madre è morta da anni e che mosso dalla perdita della figura materna unito al trauma causato dalla stessa, Norman ha sviluppato una seconda personalità che reincarna la madre morta, e che è la stessa che compie gli omicidi.
Fino alla fine il film ci lascia nel dubbio, ci mostra varie vie, false strade che potrebbero condurre a un diverso tipo di verità, e poi si svela a noi nel suo splendore, con uno dei più grandi plot twist della storia del cinema. Geniale.
di Rebecca Carminati