Memento

Tra le prime opere di Nolan, regista che fin dagli esordi cattura l'occhio del pubblico e della critica, spicca Memento, noir diventato cult degli anni 2000. Il protagonista è Leonard Shelby, un uomo che a seguito di un trauma perde la capacità di assimilare nuovi ricordi e il cui unico scopo di vita è vendicare lo stupro e l'omicidio della moglie. Una missione difficile da portare a termine con una grave forma di amnesia anterograda che non gli permette di ricordare i suoi ultimi 15 minuti, ma come Leonard ama ricordare: lui ha un metodo, fatto di polaroid, tatuaggi e intuito. Basterà?
Prima di provare a rispondere a questa domanda è necessario soffermarsi sulla struttura di questo capolavoro: i fratelli Nolan costruiscono la narrazione in una maniera volontariamente distorta per far sperimentare allo spettatore le stesse condizioni di inconsapevolezza che il nostro protagonista vive quotidianamente. Il film è costruito sull'intrecciarsi di due diverse linee temporali:
- La linea temporale A è girata in bianco e nero e ha un naturale scorrimento temporale. Nella linea temporale A vediamo Leonard parlare con qualcuno al telefono e raccontare la storia di Sammy Jankins, il suo primo caso come assicuratore, un uomo che soffriva della stessa condizione di Leonard e che non era stato in grado di aiutare.
- La linea temporale B è girata a colori e ha uno scorrimento inverso, cioè le scene ci vengono mostrate a partire dalla fine, per poi ripercorrere tutta la storia al contrario. In questa linea temporale seguiamo la missione di vendetta di Lenny, vediamo come naviga il mondo e come riesce a portare avanti la sua ricerca con il suo disturbo.
Il plot è strutturato sull'alternarsi dei due scorrimenti temporali, 22 sequenze in bianco e nero alternate con 22 sequenze a colori, che vanno a fondersi solo nella 45esima sequenza in un finale circolare e caotico che unisce i punti ma senza dare delle vere risposte.

All'interno della non-linearità temporale della trama, Leonard cerca di ricostruire i fatti attraverso dei surrogati della memoria: polaroid, mappe, appunti, tatuaggi. Si affida ad una memoria esteriore che possa ricalcare le veci della memoria che tutti noi invece possediamo, una missione impossibile. Tutti noi guardando il film siamo consapevoli che Leonard non potrà mai sostituire la memoria umana con tatuaggi e post-it, la domanda è perché Leonard no? O forse una domanda migliore sarebbe perché Leonard finge di non saperlo?
Il nostro protagonista si è mostrato fin da subito come un uomo altamente intelligente e scrupoloso, ha un metodo e lo segue con attenzione, è paziente, non facile all'ira, allora come mai non ha pensato a delle soluzioni migliori, un diario dettagliato scritto di suo pugno? Una telecamera?

Il film apre a molti interrogativi, durante il corso del film ci facciamo mille domande e ancora più ipotesi che vengono puntualmente smentite o confermate, e tutto conduce al finale del film, la 45esima sequenza, dove tutto si sovrappone, le linee temporali finalmente si incontrano e nell'arco di 5 minuti veniamo sommersi da un'infinità di risposte, un'infinità di verità e di menzogne, a cosa credere allora?
Forse a tutto, forse a niente. Di chi fidarsi? Di sicuro non del nostro protagonista che si è rivelato un narratore non affidabile, di Teddy? Di fatto non lo conosciamo, conosciamo solo quello che ci dice. Come Lenny non possiamo fare affidamento sui personaggi di questo racconto, perché ognuno di essi si è mostrato pronto a piegare la verità a proprio piacimento, soprattutto Leonard, che ha dato inizio più volte a un gioco interpretativo che per lui non avrà mai fine.
Insomma, il finale del film lascia più dubbi di quanti ne avevamo all'inizio, ma io penso che la risposta, la vera risposta sia già all'interno del film, la risposta è di fatto: Sammy Jankins.
"Remember Sammy Jankins"

Il disturbo di Sammy/Lenny non è di natura fisica, ma di natura psicologica, è come se Leonard abbia già deciso in partenza di non voler ricordare, di non voler conoscere la verità, e quando gli viene palesata davanti non la accetta, ma anzi ogni volta ne mette in atto una sua nuova versione, una nuova caccia, un nuovo John G. da trovare, manipola il presente per riformulare la trama, per dare uno scopo alla sua esistenza. Il suo pensiero è una sorta di auto-imposizione a dimenticare determinate cose, allora le domande andrebbero rivolte non più a Nolan, ma agli psicologici e psicanalisti, perché Leonard non vuole ricordare? Perché non vuole superare il trauma dell'uccisione della moglie? Risale davvero al suo stato patologico o è presente un profondo strato di colpa che non vuole accettare?
Leonard riesce a ricordare o non riesce a dimenticare?
Forse è una domanda inutile, forse senza una memoria permanente distinguere tra passato e presente, tra vero e falso non ha poi tanto senso. Memento ci mostra come sia possibile falsificare coscientemente la nostra percezione del mondo e poi, dimenticare di averlo fatto. Nessun dato è attendibile, nessun testimone affidabile, e come l'inizio del film, tutto ritorna, la polaroid rientra nella macchina fotografica, il sangue rientra nel corpo, il proiettile rientra nella pistola, il mondo si muove alla rovescia prima di imprimersi sulla retina, e tutto ricomincia da capo.

di Rebecca Carminati