L'alba dei morti dementi
"Non dire così."
"Cosa?"
"La parola con la Z... è... ridicola."
L'alba dei morti dementi (in inglese "Shaun of the dead") è un film del 2004 scritto e diretto da Edgar Wright, prima pellicola della "Trilogia del Cornetto" e appartenente al genere zombie comedy, abbreviato ZomCom.
Un film che non solo è diventato un cult ma che rende omaggio al cinema horror unendo perfettamente commedia e citazioni di ogni tipo.
La "trama" in breve
A dire il vero ci sono due trame intrecciate. Dato che è presente una storia d'amore, il film diventa una RomZomCom che mischia l'avventura contro gli zombie alla riconquista della propria amata.
Entrambe le storie sono piuttosto semplici e "già viste":
1. Lui viene lasciato da lei, ma nonostante tutto cerca di salvarla e le difficoltà riaccendono gli amori.
2. Vita normale di un semplice uomo, arrivano gli zombie, tenta di salvarsi, arrivano i militari, fine.
Raccontato così il film non sembra un granché, eppure è ciò che voleva il regista. Edgar Wright ha capito che eliminare una trama complicata e originale lascia spazio a tutto il resto, e infatti noi pubblico abbiamo apprezzato di più le references e i momenti comici.
Abbiamo visto gli zombie in mille salse diverse e ne vedremo ancora, quindi perché in una commedia horror servirebbe una qualche novità? Ciò che rende speciale un film di questo tipo non è COSA viene raccontato ma COME: la cultura cinematografica del regista, la bravura degli attori, l'equilibrio tra risata e tensione... tutti elementi che, se mischiati per bene, stupiscono lo spettatore e lo fanno uscire contento dalla sala.
Per quanto banale, la trama deve pur essere svelata e il regista è stato davvero bravo a raccontarci cosa stava accadendo tramite le news. Cartaceo o alla tv, il giornale riporta titoli e frasi che spiegano gli sviluppi della situazione zombie, mentre noi ci concentriamo sulla storia d'amore dei protagonisti.
Anche gli elementi di sfondo ci aiutano a capire cosa sta cambiando, e sentiamo l'ansia che man mano sale aspettando l'arrivo degli zombie.
Ma quindi in primo piano c'è la storia d'amore? In effetti sì, la parte romantica ha prevalso su quella horror, ma solo alla fine se ne ha conferma: il protagonista non sconfigge gli zombie (a quello ci pensano i militari) ma riesce a vincere l'amore della donna che ama.
Un omaggio al passato
È facile capire che il regista è un appassionato dei film horror. In questo film ha voluto omaggiare una sfilza di vecchi titoli non solo con palesi citazioni, ma anche con musiche, inquadrature e cliché.
Partiamo dal tipo di mostro che ha scelto: gli zombie. Il genere horror comedy, come lo conosciamo oggi, nasce sfruttando queste creature per creare situazioni comiche. Goffi, lenti, stupidi e con le facce buffe... gli zombie sono il soggetto ideale per un personaggio divertente. Edgar voleva fare un film che ritornasse alle origini, per ripartire alla grande.
Poi c'è il titolo: Shaun of the dead ricorda Dawn of the dead di Romero.
E poi ancora una miriade di nomi, scene, oggetti, frasi che rimandano ad altri film. Riferimenti a Romero, La Casa, 28 Giorni dopo, Un lupo mannaro americano a Londra, L'invasione degli ultra corpi, Thriller di Michael Jackson... e tanto altro.
Anche la discussione sull'uso della parola zombie è un sottile rimando ad una regola non scritta di questi film: i registi si inventano qualsiasi altro termine pur di non chiamarli zombie.
"Non dire così."
"Cosa?"
"La parola con la Z... è... ridicola."
Nonostante tutto il film non è solo fan service. Non accontenta i nerd dell'horror e basta ma riesce a non risultare pesante, diverte una fascia d'età ampia e cattura l'attenzione degli spettatori.
Un film perfetto per tutti, insomma.
Edgar Wright è un regista che è riuscito a fare ciò che gli piace tenendo conto anche di ciò che il pubblico vuole, cosa assai difficile in questi tempi.
Valutazione:
★★★★★★★★☆☆
di Andrea Brevi