Instagram: lo Specchio
In questi tempi in cui l'apparenza ha preso il sopravvento sulla sostanza, Instagram è diventata la nostra divinità. Sentiamo di dover stare all'altezza degli standard cuciti e confezionati dai ricchi di questo mondo, li condanniamo per la loro spudorata ricchezza e li invidiamo, preghiamo la notte perché un qualche Dio ci regali quello che ha regalato a loro. Perché loro e non io? Forse se lo desidero abbastanza, forse se lo "manifesto" arriverà. La costante contrapposizione all'altro ci separa dal dialogo e quello che ne risulta è una dialettica privata della sua stessa ragione. Vogliamo quello che vediamo in queste piccole scatolette nere nelle nostre mani e nel tentativo di assomigliare ai nostri idoli perdiamo noi stessi, perdiamo noi stesse. Abbiamo attraversato lo Specchio come Alice, ci siamo ingarbugliati in un mondo immaginario che non fa altro che masticarci e risputarci fuori, ma sta qui la parte difficile: scegliere di tornare indietro.
R.C.
I.
Hai perso peso e ora indossi magliettine corte e gonne a vita bassa.
Posti su Instagram come se ti piacessi di nuovo.
Ma è solo il riflesso di quella che sei a piacerti.
Se solo avessi il coraggio di guardarti dentro vedresti che mostro sei diventata.
II.
Cosa daresti al demonio per avere il corpo di quella ragazza che hai visto sul feed?
Lo so che hai salvato le sue foto.
Le usi come sfondo del telefono per ricordarti di non mangiare.
Le usi come santino di notte perché se preghi gli Angeli di VS magari diventi uno di loro.
Perché non ti spogli amore? Qual è il problema? Dai fammi vedere e ti prometto che ti darò quello che vuoi.
E in un attimo, tutto quello che avevi detto non avresti mai fatto è diventato tutto quello a cui riesci a pensare.
III.
Guardo mia madre, e la madre di mia madre e vedo nei loro occhi le stesse paranoie che svuotano i miei.
Mi chiedo perché loro quanto me desiderino essere magre.
Forse non c'era Instagram ai loro tempi, ma gli uomini sono sempre esistiti.
La
domanda è: quando sono diventati cattivi?
IV.
Come posso vivere all'altezza delle aspettative di questo mondo?
Sono a malapena all'altezza delle mie.
V.
Mi sono svegliata una mattina e non ricordavo più chi fossi.
Ho vagato per le infinite stanze della mia piccola casa in cerca della mia anima.
Credo di averla persa, in questo labirinto di pareti bianche e gambe lunghe, ho perso la mia anima.
Mi piacevano i ciliegi credo, e il cappuccio con la brioche, le chiome degli alberi che si muovono al vento e le giornate di sole.
Pensavo tanto, forse troppo, ma ne ero capace.
Chi sono adesso se non burattino e burattinaio di questo sistema che vuole vedere le donne infelici?
Ridatemi la mia anima, la mia gioia e la mia paura.
Rivoglio tutto quello che era mio.
Forse sono ancora in tempo per salvarmi.
Forse sono ancora in tempo per attraversare lo Specchio un'altra volta.