In the Mood for Love
"Ricordo che quando io e questa ragazza stavamo ancora insieme, una volta mi chiese quando mi ero innamorato di lei. Le dissi che era come una casa davanti alla quale passi ogni giorno per andare al lavoro. Un giorno noti un cartello di vendita su un terreno vuoto. Un altro giorno ci passi davanti e noti che hanno gettato le fondamenta. Un altro giorno i muri sono già pronti e un altro ancora c'è un tetto, un garage e infine una famiglia che vive all'interno. Non sai bene quando tutto questo sia successo, un giorno hai semplicemente guardato e hai notato che c'era."
Questa storia non mi appartiene, ma mi ricorda una frase di In the Mood for Love, quando Chow dice che i sentimenti possono semplicemente insinuarsi dentro di te dal nulla, arrivare all'improvviso. Non c'è un momento preciso, nessun punto nella storia in cui Chow arriva alla conclusione che è totalmente, senza riserve innamorato della signora Chan. Semplicemente un giorno pensa e si rende conto di amarla, e di amarla da tempo. Così come ho fatto io. Come abbiamo fatto tutti noi che almeno una volta abbiamo amato.
È una storia semplice. Un uomo e una donna, entrambi sposati, sono vicini di casa nella Hong Kong degli anni Sessanta, e quando sospettano che i rispettivi sposi stiano avendo una relazione illecita, danno inizio a una loro relazione. Suona come un semplice allestimento per un film romantico (il minimalismo del film è innegabile), e proprio per questa ragione uno potrebbe essere tentato di accusarlo di convenzionalità. Qui però, non ci sono monologhi, non ci sono confessioni prolisse che descrivono i propri sentimenti, non ci sono unioni estatiche alla luce del tramonto. Come in tutte le opere di Wong Kar-Wai, l'amore - un amore non corrisposto - è un amore incarnato da cose mai dette e da un dolore intoccabile e indicibile.
Questa è una delle rappresentazioni più potenti e toccanti dell'amore, prima di tutto per la sua onestà e per le sue sfumature. Il film dura solo un'ora e mezza, ma ogni singolo secondo è dedicato a una qualche sottigliezza o dettaglio nascosto. Il modo in cui lui ricambia lo sguardo di lei mentre scende le scale. Il modo in cui la guarda per poi distogliere lo sguardo quando lei si gira verso di lui. Il modo in cui la sua mano si contrae per un attimo, effimero, prima di raggiungere la sua. Il modo in cui, con il passare del tempo, si rilassano sempre di più in presenza l'uno dell'altra. Il modo in cui lei sente che lui desidera un po' di minestra di sesamo e gliela prepara per poi far passare il tutto come una coincidenza. Le cravatte, le borsette, i vestiti, la costante ricorrenza del cibo in un contesto sociale. La macchina da presa indugia, i dialoghi divagano, eppure non un solo secondo viene sprecato in questo film. Ogni fotogramma è così meticolosamente, meravigliosamente realizzato, come una natura morta che si muove.
E ho già detto dei colori? Ovviamente ci sono i rossi, con l'ovvia connotazione di passione, ma ancora più affascinanti sono i gialli che compaiono di tanto in tanto. Il giallo rappresenta tipicamente il coito nella tradizione cinese e, sebbene non si veda mai del sesso sullo schermo, ogni immagine è intrisa di seduzione, dall'inquadratura al cromatismo al gusto impeccabile di Wong per la musica.
E poi c'è il minimalismo che pervade l'intero film. La colonna sonora è scarna se paragonata a quella di Chungking Express, ma tutto, fino all'incomparabile Cubana di Nat King Cole e agli struggenti archi suonati nel finale del film, è semplicemente perfetto. Il dialogo è scarno e tipicamente evita l'argomento. Solo una o due volte l'amore viene affrontato direttamente, ma è sempre presente, indugiando nell'ombra, rannicchiato sotto una terrazza o un'altra mentre la pioggia imperversa.
Non possiamo nemmeno dimenticare le angolazioni. Spesso vediamo Chow e Chan e c'è un primo piano disordinato. Oppure la telecamera si insinua in un angolo e sbircia intorno. Oppure una parte dell'inquadratura è ostruita. Oppure stiamo guardando in uno specchio. Oppure stiamo sbirciando attraverso una fessura in qualche oggetto. Oppure siamo in un'altra cabina del ristorante e li stiamo guardando. Ci sembra sempre di spiare Chow e Chan. Sempre cogliamo questi scorci delle loro vite di cui ci sentiamo un po' immeritevoli, come se stessimo violando qualcosa di puro e di nascosto, indicibile nella sua bellezza.
Avrete notato negli ultimi paragrafi che sono entusiasta di questo film, e lo sono sicuramente. Trovo difficile esprimere a parole cosa c'è di così squisitamente romantico in esso e, anche dopo tutto questo blaterare, faccio ancora fatica a definirlo. Come l'amore stesso, non si può spiegare completamente. Sai solo che c'è, e quindi lo segui.