Il robot selvaggio
Una piccola isola nel mezzo del nulla rischia di perdere il suo equilibrio con l'arrivo di un gigantesco mostro di metallo: Rozim 7134, un robot disegnato per aiutare gli umani in qualsiasi compito. Sfortunatamente sull'isola non ci sono umani, lasciando il robot senza uno scopo. Dopo aver insegnato a se stessa il linguaggio degli animali, va in cerca di uno scopo e incappa in un piccolo uovo che sta per essere mangiato da una volpe. Lo salva e il piccolo anatroccolo che ne salta fuori si affeziona a lei, come una mamma.
Ora Roz ha finalmente uno scopo: essere la madre dell'anatroccolo e prepararlo alla prossima migrazione invernale. Ma il piccolino, rinominato Beccolustro, adatta come suo il comportamento della sua "mamma" robot e per questo fatica ad integrarsi e unirsi a uno stormo.
Sarà Roz in grado di aiutarlo a sopravvivere in un mondo pieno di predatori e a integrarsi con il resto della sua specie?
Il robot selvaggio di Chris Sanders ha tutte le carte in regola per essere un grande classico famigliare. L'animazione è splendida con dei colori pieni e vibranti che ci trasportano immediatamente in un altro mondo, e unita alla musica magica e maestosa di Kris Bowers il film raggiunge altezze emotive rare per un film per famiglie. È inoltre incredibilmente divertente, con molte battute e commenti ironici, ma con anche un velo di humor nero sorprendentemente destinato ai bambini, ma che funziona.
La tematica profonda della scelta di Roz di diventare madre assicura che il film possa essere vissuto a tutte le età, da tutte le età: qualcosa che ho amato da bambino, può crescere con me e cambiare prospettiva e restare un film che amo. Sono tutti segni di un film destinato a durare nel tempo, e la totale assenza di riferimenti pop o di momenti che ricercano il meme, lo rende rinfrescante e rincuorante.
La trasformazione di Roz è sorprendentemente matura per un film per bambini. I genitori potrebbero volerne parlare con i loro figli, perché il film apre a molte domande anche provocatorie, ma non ci sarebbe da stupirsi se i bambini si identificassero più con il personaggio di Beccolustro e le sue difficoltà e lasciassero i ragionamenti sul ruolo del genitore agli adulti. Roz e Beccolustro, nel gran finale, diventano entrambi eroi a modo loro, sconfiggendo le proprie insicurezze e facendo sacrifici, aggiungendo ancora di più alla profondità del film.
Anche se a tratti può sembrare che il film accolga troppi elementi tematici diversi tra loro, riescono a congregarsi e creare un bellissimo mosaico che è come la vita, complesso e interconnesso. Certo, non sono cose facili per dei bambini, ma non devono capire tutto subito e come i loro nuovi eroi Roz e Beccolustro, ci cresceranno dentro. E tra 5, 10 o 20 anni, guarderanno "Il robot selvaggio" e si meraviglieranno di quante cose non avevano notato o non avevano ancora capito, perché è questa la genialità di questo film: è stato creato in modo che possa accompagnare la sua audience in qualsiasi stadio di vita si trovi e lasciare i nostri cuori traboccanti di emozioni, grazie Dreamworks.
★★★★★★★★★★
di Rebecca Carminati