Il ragazzo e l'airone
UN ODISSEA SURREALE DENTRO IL TRAUMA
La madre di Mahito muore in un incendio a tre anni dall'inizio della guerra, la nuova mamma Natsuko aspetta un bambino, e per Mahito è tutto troppo difficile da elaborare. Nella nuova casa incontra un airone cenerino che lo conduce in un viaggio all'interno della torre per ritrovare sua mamma e se stesso.
Uno splendido Miyazaki in ottima forma, nonostante gli 83 anni, che continua a stupire ed evolversi. Colpisce il differente approccio alle tavole con un nuovo stile di disegno che fa sembrare tutto più artigianale e realistico, con le scene iniziali del fuoco e della guerra immersive a 360 gradi e con delle sfumature di colore negli sfondi alle volte veramente sbalorditive.
All'inizio (primi atti) sono rimasto un po' perplesso sui dialoghi, mi sono sembrati banali e poco articolati, ho pensato fosse colpa del doppiaggio italiano, però non posso dire per certo.
Mi ha deliziato la vasta gamma di citazioni che vanno dai suoi lavori precedenti fino alle avanguardia europee del novecento. C'è molto surrealismo in questo film, dalle citazioni dei quadri, a quelle dei concetti, per esempio la compulsiva presenza di uccelli. Proprio come c'è molta psicologia, molta magia, molta umanità e molta sensibilità. Un film complesso e articolato che richiede una visione così ampia della propria opera che è possibile realizzarla solo a 83 anni, dopo decenni di capolavori premiati ed acclamati in tutto il mondo. Personalmente Il castello nel cielo rimane il mio preferito ma questo film credo sia il suo lavoro migliore, il più completo, il più intelligente e delicato, oltre ad essere una hit nelle tavole e nei dettagli dei movimenti.
E' sempre molto forte la presenza pesante e angosciante della guerra che o si palesa esplicitamente o si nasconde dietro qualche allegoria ma che rimane e rimarrà sempre un tasto dolente per Miyazaki e una ferita aperta per il popolo giapponese. L'apice di questo secondo me è proprio la torre che piove dal cielo come una palla di fuoco fermando e scombussolando il tempo, chiara citazione alla bomba atomica scatenata su Hiroshima e Nagasaki. Se il trauma sul quale Mahito deve lavorare intraprendendo questo lungo viaggio è il rapporto con la madre, per il Giappone è la guerra, uno squarcio violento nella storia e nell'anima di questo ricco paese, che nessuno ha mai nemmeno tentato di richiudere, ne tantomeno ha fornito le dovute scuse.
Una morte che si fa sentire molto nel film è quella del collega, mentore e co-fondatore di Studio Ghibli Isao Takahata. Le scene iniziali citano il suo capolavoro Una tomba per le lucciole. Da qualche parte ho letto che inizialmente la sceneggiatura di questo film lavorava sul loro rapporto ma che in seguito alla pandemia è stata riscritta e modificata, ma escludo che la presenza del suo grande amico sia venuta meno, credo si sia solo celata dietro i personaggi, le scene, le parole.
Mahito è un ragazzino che si trova catapultato in un nuovo mondo, una nuova madre, senza aver avuto il tempo di realizzare che quello vecchio non c'è più, come se non bastasse la nuova mamma Natzuko aspetta un bambino e Mahito non riesce a reagire. Va a scuola per un giorno e litiga con un compagno, torna a casa e litiga con l'airone, prova a dormire e sogna la madre tra le fiamme. Non c'è un attimo di pace per Mahito, non finché non avrà fatto pace con se stesso.
Questo film brulica di mamme, sono ovunque, ognuna in una sfaccettatura differente, Natzuko elegante e delicata, le anziane dolci, premurose e curiose, Chirico dura e forte ma affettuosa allo stesso tempo, Himi emotiva, gentile e sempre dietro l'angolo.
Forse è proprio questo il tema principale: Dov'è la mamma di Mahito? Chi è la mamma di Mahito? Cos'è una mamma?
L'airone lo porta nella torre con l'inganno, e una volta sotto Mahito dovrà seguire la corrente e farsi ammaliare dalla bellezza delle cose, scoprire che tutto ha un anima: gli WaraWara come i Pellicani, i Parrucchetti come la Pietra. E all'apice della sua bildung trova un lontano parente che gli pone l'ultima sfida: "costruisci la tua torre".
VALUTAZIONE: ★★★★★★★★★★
2 ore passate in un attimo nonostante siano pregne sia di emozioni che di riflessioni, un film splendido in ogni sfumatura, che gioca con il ritmo alternando la tensione alla distensione, agitando e incuriosendo lo spettatore con delle scene mozzafiato. DA VEDERE.