Horizon - An American Saga - Capitolo 1
"In queste terre... gli uomini ti metteranno alla prova, ti porteranno via tutto, fino a spazzarti via... te lo dico perché c'è il rischio che te lo dimentichi"
Tra le novità di questa estate, nei cinema è arrivato "Horizon - An American Saga", primo capitolo di quella che si preannuncia un grande quadrilogia western. Dico grande sia per il budget astronomico sia perché questa prima parte occupa tre ore piene di visione e gli altri capitoli sembrano non voler fare di meno, quindi un grande lasso di tempo da dedicare a dei film che molti hanno già criticato aspramente.
Ma procediamo con calma. Senza spoilerare nulla, Horizon è un western che racconta più storie ambientate nell'America della guerra civile, introducendo vari personaggi che in qualche modo sono legati da questo horizon tanto discusso.
Un film particolare
Ora, la domanda che mi sono posto è: perchè portare al cinema un western (genere passato di moda) della durata di tre ore (difficile per qualunque film), costosissimo (fin troppo), farlo uscire d'estate (quando la gente è giustamente fuori a divertirsi) e per di più in un momento di crisi del cinema?
Dalle interviste al co-sceneggiatore, direttore, co-ideatore, co-produttore e attore Kevin Costner (sì, ha davvero messo l'anima in questo progetto) possiamo dedurre che la risposta è "Perché sì".
Costner ha deciso di voler fare qualcosa di bello e fregarsene di tutto e di tutti. Non gli importa della critica, del pubblico o della crisi del cinema, ha dato sé stesso per creare un film che piace a lui, che racconta ciò che era dentro la sua mente. Horizon infatti non ha pretese, non segue i gusti moderni e, forse, non vuole nemmeno essere compreso fino in fondo.
Le critiche negative sottolineano proprio questo menefreghismo, ma in realtà non hanno saputo interpretare aspetti cinematografici ormai dimenticati. Da quanto non vediamo un film che si prende tempo per raccontare i personaggi: siamo sempre catapultati nell'azione, nel nocciolo della storia per evitare di annoiarci. Tutto ciò che rallenta un attimo è considerato noioso, non guardabile o, peggio, brutto.
Horizon è un'introduzione a ciò che saranno gli altri capitoli. E questo va bene, sono uscito dalla sala con la curiosità di vedere come continua la storia senza il bisogno di scene post credit. Non ero deluso da un film diverso dal solito, mi è bastata la magnifica presentazione di tutti i personaggi e delle ambientazioni per capire che il far west è un'arena ricca di storie.
Tutto merito di Manzoni
Horizon é davvero un film insolito. Il genere western racconta di cowboys, indiani d'America, sceriffi, banditi, schiavitù, soldati... ma perchè vuole parlare di loro, vuole inserirli in un contesto avvincente pieno di cliché. Horizon invece presenta tutti questi personaggi senza però voler parlare di loro. La vera protagonista è la vita difficile dell'America ottocentesca; i protagonisti sono solo gli sfigati che si ritrovano in quel periodo storico e vivono le loro vite. Quasi li si può vedere accanto allo spettatore mentre osservano lo scorrere del tempo e degli avvenimenti, inermi di fronte al caso, proprio come nella vita reale, oggi come allora.
Kevin Costner ha portato nel cinema americano quello che Alessandro Manzoni ha insegnato con "I Promessi Sposi": se vuoi raccontare un periodo storico senza fare un documentario, allora inventa i personaggi, immergili nell'ambientazione, e lascia che non siano i protagonisti delle loro vite, lascia agire il caso (o la divina provvidenza, a detta del buon cattolico Manzoni). Così facendo, il film risulta ricco di verità, crudo, a momenti disturbante, ti appassiona ma senza enfatizzare.
"In queste terre... gli uomini ti metteranno alla prova, ti porteranno via tutto, fino a spazzarti via... te lo dico perché c'è il rischio che te lo dimentichi" e questa pellicola ci tiene proprio a non farci dimenticare come le terre americane, fino a mica tanto tempo fa, erano pericolose per tutti. Si rischiava di morire per i più futili motivi e nessuno poteva scampare a quella situazione, solo il tempo ha potuto cambiare le cose.
In conclusione
Ho visto tre ore di film senza nemmeno accorgermene, non è stato per nulla pesante. Questo grazie alla maestria del regista che, ricordandoci fin dall'inizio della pericolosità della frontiera, tiene attento lo spettatore. Io stavo sull'attenti in ogni momento, perchè anche una semplice discussione può diventare un duello mortale, uno sguardo di troppo scatena una guerra, la testardaggine di un personaggio potrebbe ucciderne un altro. E quindi il film utilizza una tattica da film dell'orrore (l'ansia) per legare lo spettatore alla sedia e presentare con calma tutto ciò che ha da dire. Anche i più disattenti in sala percepiscono il pericolo in ogni scena del film... un avvenimento imprevedivile è sempre dietro l’angolo.
Per quanto sia un film che merita di essere visto al cinema, riconosco che tre ore sono tante e che se il western non piace non c'è modo di farlo piacere. Una qualsiasi persona potrebbe trovare questo film vecchio o non facilmente interpretabile, e avrebbe ragione; ai gusti personali non si può obbiettare. Però lasciate che vi dica una cosa: dategli una possibilità, andate a vederlo al cinema, cercate di esplorare qualcosa di nuovo, e anche se non vi piacerà, non uscirete comunque dalla sala insoddisfatti.
Valutazione:
★★★★★★★★★☆
di Andrea Brevi