CLIMAX

05.02.2024

WARNING: This is not a review!

SINOSSI:

Una famosa coreografa francese vuole portare in tour internazionale un gruppo di venti ballerini, per prepararsi si ritirano in un ex-scuola in montagna. Una sera dopo le prove organizzano una festa, tra musica e sangria la notte si fa lunga, le luci si spengono e regnano i neon e il terrore.


ISTRUZIONI PER L'USO

Si consiglia prima la visione del film (reperibile gratuitamente su prime video) e poi la lettura, solo per evitare di rovinarvi la gradevole e terrificante visione di questa perla di Gaspar Noe, in ogni caso non sono presenti grandi spoiler nell'articolo, giusto degli accenni per riflettere sui temi. Il film dura circa un ora e trenta ed è unico nel suo genere, fidatevi!

Il seguente articolo è strutturato su cinque capitoli, suddivisi in paragrafi per semplificare e raggruppare i temi. Si consiglia, per chi si annoia velocemente, di scegliere il capitolo che lo interessa di più e leggerlo, certo l'articolo assume un senso congruo e completo solo se letto nell'interezza e nell'ordine prestabilito.

INDICE: 

  1. Fondamenti del corpo

  2. Il corpo e il limite 

  3. Se stessi, dentro e fuori dal limite

  4. Comunicare, questione di sensibilità

  5. Ipersensibilità: le droghe, il sesso, la morte

Mi scuso se qualcuna/o dovesse rimanere offeso da ciò che scrivo, risulta ovvio che conosco molto più a fondo il genere maschile e quando scrivo di quello femminile ho sempre la sensazione di non usare le parole corrette. Questo articolo non vuole avere la presunzione di avere e dare risposte esatte ma ha la funzione di tracciare schematicamente un riassunto su temi complessi che tratterò spesso, così da rendere in futuro più semplice e veloce il mio lavoro, e rendere più comprensibile a voi la lettura. E' necessario specificare che i temi trattati, le deduzioni e spiegazioni sono riassuntive per questioni economiche, se un paragrafo non vi convince sarei molto felice di discuterne privatamente.

Grazie per l'attenzione, buon viaggio.

il seguente articolo può causare effetti collaterali anche gravi leggere attentamente il foglietto illustrativo.


CLIMAX: un delirio ipersensibile


I | FONDAMENTI DEL CORPO

Il corpo è una struttura plastica complessa data in natura come già completa. E' una struttura che si genera da sola, come un palazzo che non si deve costruire ma che si costruisce, a partire da un altro corpo. 

Io individuo nell'essenza della vita, quindi del corpo, delle impostazioni di fabbrica, per prima cosa, tutto socializza. La materia si forma/genera grazie all'aggregarsi delle cellule in tessuti. Conosciamo tutti la struttura del corpo umano, dalle cellule ai tessuti, poi gli organi e infine gli apparati. Questo ci mostra come quando un organismo socializza in un qualche modo da vita ad un qualcosa di più complesso al quale si subordina/aliena. 

Socializzare è una prerogativa dell'essere vivente, ma non per questo è facile e scontato. Possiamo schematizzare le fasi della socializzazione in questo modo: 1| Il soggetto sensibile percepisce l'altro 2| I soggetti comunicano 3| I soggetti si connettono.

La comunicazione è indispensabile per il corpo, senza di essa non si socializza quindi, facendo il passaggio logico inverso, se tutto socializza allora tutto comunica e ogni forma di comunicazione è definibile lingua. Si origina così una nuova necessità: come si comunica? 

Il corpo umano è l'unico a conoscere la parola, ed essa si pone a fondamento della nostra comunicazione. Essa, come le altre lingue dell'uomo, ha intrinseco il movimento, che alle volte ci sembra scontato visto che ci siamo sempre mossi ma che in realtà non è così ovvio. Parlare richiede un enorme insieme di micromovimenti muscolari, così come gesticolare richiede un movimento ovvio e ben visibile degli arti superiori.

Riassumendo: il corpo umano vuole socializzare, quindi deve comunicare, per farlo deve muoversi, e nel movimento il corpo esce da se stesso, si comunica. Così conosce lo spazio e l'altro. Un corpo che non si muove non nasce. Un corpo che smette di muoversi muore.



II | IL CORPO E IL LIMITE

Introduzione

Nella stanza delle prove torreggia una mastodontica bandiera francese che sembra mettere i ballerini un po' a disagio. Una scenografia del quale ci si lamenta molto, troppe croci dicono alcuni.. Provano la coreografia, i corpi si muovono, danzano, scandiscono il tempo.

Il limite spaziale

Corpi fluidi inscrivono movimenti meccanici nello spazio, ogni movimento ha come limite il corpo stesso di chi lo compie, gli altri corpi e quindi gli altri movimenti, o meglio, le traiettorie degli altri movimenti, e lo spazio nel quale il movimento si inscrive. Per questo l'equilibrio necessario per la coreografia dipende da come i corpi si muovono, se un corpo si muove nel punto sbagliato, un altro corpo dovrà deviare la propria traiettoria e così un altro e poi un altro. Il quieto vivere è quindi questione di equilibrio di tutti i singoli corpi.

In questo eterogeneo gruppo di ballerini l'aggettivo fluido non riflette solo le movenze, ma il corpo nella sua totalità. Il gruppo racchiude persone e personalità molto differenti tra loro che per trovare la sinergia necessaria devono in un qualche modo legare. Sul "palco" i compagni sono molto affiatati, c'è intesa, i corpi si muovono in un caos predefinito e seducente, ma fuori dal palco non c'è una coreografia pre impostata della vita, bisogna vivere e quindi comunicare.

Ballare è questione di sensibilità: percepire la musica e assoggettarsi ad essa, lasciare che il corpo fluisca con lei. Ma come abbiamo già detto è anche questione di percepire i movimenti degli altri e gli altri stessi, per sapere dove arriva il loro limite e dove impostare il tuo. Qualsiasi attività che coinvolga altre persone si basa su un rapporto di eccesso/contegno del proprio essere, come si usa dire: la mia libertà finisce dove lede la libertà degli altri.

I limiti esterni

La bandiera, simbolo dello stato, della nazione ed estremo rappresentante della legge. Le croci e Dio, simboli della religione, del cattolicesimo, della legge divina. La legge è il limite esterno che la società pone al corpo, essa si divide tra giuridica e morale, e si pone a fondamento della cosiddetta "società moderna e civilizzata". Chi infrange la legge ne subisce le conseguenze ma potremmo dire che la funzione prima della legge non è punire/giudicare chi non la rispetta ma intimidire le persone con la promessa di una punizione/giudizio per prevenire che la infrangano. 

Un corpo etico e civilizzato è quindi un corpo che si muove entro i limiti della legge, che si da per vera e giusta. I problemi nell'ambito della legge giuridica sono molteplici, prendiamola per ora come totalmente giusta, solo per semplificare il mio lavoro di pensatore. Abbiamo imparato, dopo millenni di storia umana, che una tappa della crescita è caratterizzata dall'infrazione volontaria, conscia o inconscia, delle regole: l'adolescenza. Questo rende semplice capire come per un azione che viene definita giusta a priori, ci sarà comunque qualcuno che non la rispetterà, per ignoranza, per cattiveria, per gioco, per qualunque motivo.

Durante lo sviluppo il corpo deve più volte scontrarsi con il limite, banalmente una persona bassa dovrà prima o poi fare pace con il fatto che non raggiungerà mai il metro e ottanta tanto agognato, ma prima di questo spererà, si allenerà, soffrirà, si arrenderà, poi ci crederà di nuovo e così fino a quando non arriverà a dire: ok, la mia altezza è la mia altezza. Questo esempio banale per cercare di darvi un idea della gamma di applicazione di questo discorso. Un ragazzo che arriva ad essere in pace con la propria altezza viene considerato maturo, così come un uomo che non infrange la legge viene considerato cittadino e come un uomo che rispetta la morale viene considerato civilizzato.

Se la legge giuridica è giusta e necessaria per il corretto funzionamento della società, quale è la funzione della morale? Forse avere un piano comune entro il quale un azione viene considerata giusta o sbagliata, per agire dove la legge giuridica non agisce, e garantire così il quieto vivere. Il problema della legge morale è che non vuole essere una legge ma agisce e si comporta proprio come se lo fosse. E così, come per la legge, la morale, ha di prassi il suo ribaltamento e la conseguente "infrazione". Non solo, l'etica si basa sull'ipotetica adesione di comune accordo dell'intera società a dei valori ritenuti giusti da una parte di essa, pretendendo di essere giusta e di essere compresa, ma quello che è giusto per te non è detto che sia giusto per me. Ciò che è etico per il soggetto dipende dalla morale individuale.

La morale individuale (protopsicologia acerba)

L'evento traumatico della nascita imprime nella memoria dei soggetti delle sensazioni forti, contrastanti, ANGOSCIOSE. Ogni qualvolta il soggetto vive un "trauma" la memoria riporta in luce "il trauma della nascita", in forma più o meno lieve a seconda della situazione, e tratta il nuovo trauma secondo lo schema di quel primo angoscioso evento. Perché è il caso primo di cui la psiche si pente non essere riuscita ad affrontare correttamente, e così per una sorta di rivincita quando, per esempio, litighiamo con la fidanzata, la psiche riprende la struttura di quell'angoscia e cerca di affrontarla matura dell'esperienza accumulata. E' un po' come quando litighiamo con una persona e nei giorni successivi continuiamo a trovare le frasi giuste che avremmo potuto dire ma che al momento non ci arrivavano e così al litigio successivo avremo un vasto arsenale per poterci difendere, attaccando.

Circa verso i 2-4 anni i bambini arrivano a fare i conti con il complesso di evirazione, in poche parole la paura di perdere il pene che finora è stato la cosa più preziosa che avevano. Il complesso di evirazione si differenzia tra maschi e femmine, provo a spiegare in breve. Il maschio ad un certo punto entra in contatto visivo con le parti intime delle ragazze, perchè fa il bagno con la sorellina o per qualsivoglia motivo, e scopre che esistono degli ESSERI COME lui che però NON HANNO il pene, cosa per lui prima INCONCEPIBILE. Gli si palesa greve alla coscienza la possibilità di perdere il suo bene amato pene, il che lo allerta ad un possibile trauma che collega al trauma della nascita. La femmina, al contrario, scopre l'esistenza del pene, e ne è in un qualche modo attratta/invidiosa. Il suo passaggio logico però non è il timore di perderlo ma anzi la consapevolezza di averlo già perso. Ora, il complesso di evirazione agisce ogni qualvolta c'è in ballo una punizione: i tuoi genitori, quando sei piccolo, ti dicono che se non mangi il passato di verdure verrai punito, qui la paura di perdere il pene torna in forma lieve mascherata da paura di non poter mangiare il dolce, per esempio. 

Così si forma il super-Io, per progressive minacce da parte della famiglia, della scuola e della società in generale, che vengono percepite come una potenziale evirazione, e quindi potenziale angoscia della nascita, nel maschio. Anche la femmina struttura un Super-Io, ma in mancanza dell'aggravante dell'evirazione, già ormai subita, il super-Io sarà meno strutturato e quindi meno "grande". Il super-Io è quella struttura della nostra psiche dove giace la morale. Risulta chiaro, spero, che la morale individuale è soggettiva, banalmente un cattolico e un ateo avranno una visione completamente differente dell'etica, un ragazzo di famiglia ricca avrà un etica completamente differente da un ragazzo povero, e pure due ragazzi ricchi tra loro avranno una morale differente in base all'educazione e ai contesti sociali che hanno frequentato crescendo.

Il rapporto tra le morali

La morale individuale, come abbiamo detto, plasmata o almeno condizionata dalla morale sociale, con il passare del tempo, assieme ad alcune altre morali individuali, divengono la nuova morale sociale. Nel nostro tempo la morale sociale è all'incirca quella cattolica-borghese. Ma come possono delle persone con una morale completamente differente da quella sociale accettarla come vera e giusta? Risulta ovvio che non tutti si rapporteranno alla morale sociale comprendendola e accettandola ma anzi graverà su di loro proprio come una legge. Quindi è controproducente in una società globalizzata dove convivono differenti etnie, religioni, ceti sociali, orientamenti sessuali ecc.. porre una legge morale senza educare tutti allo stesso modo, forse sarebbe più semplice ed efficace stimolare la sensibilità delle persone di modo che arrivino da sole a capire cosa è etico e cosa non lo è. 

I corpi post-pandemia

In una società che ha vissuto per circa due anni chiusa in casa, con l'obbligo di distanziamento, delle mascherine, del vaccino, il divieto di assembramento, la paura di essere infettati e di infettare gli altri, si formano due casi estremi entro i quali si collocano i singoli corpi. Da una parte un corpo che rifiuta il trauma e ne infrange i codici e le norme derivate, vincendo il complesso di evirazione. Dall'altra un corpo che rimane bloccato nei dettami del DISTANZIAMENTO. Attenzione, non lasciate che la distinzione tra vincere il complesso e subirlo condizioni il vostro giudizio, entrambi i poli sono negativi, i nostri corpi si posizionano tra i due poli e più tendono verso il centro più si possono dire "corretti", purtroppo non scegliamo noi come e dove schierarci. E credo che nessun corpo si possa posizionare nel medio finché anche tutti gli altri non sono nel medio proprio perché, come dicevo più sopra, il quieto vivere è questione di equilibrio di tutti i singoli corpi.

Conclusioni

Ora che abbiamo visto alcune sfaccettature del limite possiamo asserire che la danza di gruppo, e come essa la vita, si basa sul ponderato rispettare e infrangere i limiti. Il limite spaziale è ineluttabile, c'è e non si può modificare, ed esso è dato dallo spazio totale, ossia il luogo dove danzo/vivo, e dallo spazio che occupano gli altri corpi. Non posso sedermi sulla stessa sedia del mio compagno, posso sedermi affianco, dietro, o sopra di lui, ma non in quel preciso punto, e non posso nemmeno sedermi su una panchina in un parco se ho lezione in università. 

Il limite esterno, ossia la legge, diviene limite interno in quanto si manifesta come più o meno fluidità del corpo, un corpo tendente all'eccesso travolgerà gli altri corpi, un corpo tendente all'annichilimento si annullerà e non ballerà/vivrà.

Come si rapportano al limite i ballerini di CLIMAX?



III | SE STESSI, DENTRO E FUORI DAL LIMITE

Corpi che si comunicano

Il corpo è in sé un limite, l'abbiamo ampiamente visto nel capitolo precedente, in questo parleremo di un corpo fisico, solido, che letteralmente ci contiene, ci protegge, certo, ma ci limita allo stesso tempo. Quello che abbiamo definito limite interno, frutto dell'effetto del limite esterno sul soggetto, è il blocco che ci interessa, è ovvio che c'è un limite meccanico intrinseco nel corpo, banalmente, non possiamo volare come non possiamo ruotare la testa di 360 gradi, ma non è direttamente di nostro interesse. E' giusto però specificare che il limite meccanico viene influenzato dal limite interno, per esempio un corpo con un forte limite interno manifesterà maggiori difficoltà nel movimento, nel contatto o nel "public speaking".

Più è forte il limite interno più si tende a mascherare il proprio io, che bisogna differenziare in essenza, cioè anima, e etica, ossia valori, idee e ideologie. Il corpo che di per sé è statuario, conchiuso in se stesso, si apre all'alterità attraverso il movimento, e quindi le lingue, del quale la parola, nell'uomo, è la lingua principale. Un corpo che parla racconta sempre in un qualche modo se stesso. La seconda lingua che in questo film si fa vettore del comunicarsi, ossia uscire dalla propria singolarità mostrandosi, è la danza. Un corpo che si muove racconta sempre in un qualche modo qualcosa di se stesso. 

Inizia la festa e i corpi si comunicano in molti modi perché sono molte le lingue che parlano: l'espressione facciale, la gestualità, la comunicazione corporea e l'abbigliamento sono solo alcune delle lingue che l'essere umano veicola. E questi corpi che convivevano così perfettamente nella danza, nella vita non si piacciono molto. Tutti parlano e più parlano più si distanziano gli uni dagli altri. Come è possibile ottenere l'opposto della socialità parlando? Si evince che la lingua di per sé non è comunicazione, la lingua può essere vettore della comunicazione, ma tra comunicarsi e comunicare sta di mezzo la sensibilità.

Se stessi dentro, altri fuori

Non si può, a parer mio, dare per scontato che il corpo che si comunica, stia comunicando se stesso nella sua interezza. Anche i corpi possono mentire, nascondere, celare, sfruttando come scudo il limite interno. Spesso nella letteratura e nella vita reale si è parlato di maschere, di differenti sfaccettature della stessa persona. A tutti sarà capitato di sentirsi dire che con gli amici non si è gli stessi che a casa, che con la ragazza non si è gli stessi che con gli amici, che a calcio si è diversi da come si è a scuola, roba di questo genere. La domanda che sorge spontanea allora è: quale di questi noi è quello vero e quali sono le maschere? Sono tutti veri, solo differenti parti di noi? oppure siamo noi stessi solo quando siamo da soli e ci mascheriamo ogni volta che incontriamo gli altri?

Io credo che un corpo che si comunica è sempre un corpo costruito, l'Io non si mostra mai nella sua essenza pura in quanto veicolato dal corpo, il corpo già di per sé è falso, è involucro, è vettore della comunicazione. Noi non siamo i nostri corpi, siamo la nostra mente, che si manifesta attraverso il corpo. Differenziamo allora l'Io d'essenza dall'Io manifesto. Il primo può essere sintetizzato nella psiche, mentre il secondo nel corpo. L'essere umano vive nell'unione dialettica di queste due macrostrutture che prende il nome di Io. Queste però non convivono democraticamente ma anzi intessono un rapporto estremamente complicato, il quale non credo saprei eviscerare totalmente, per fortuna questo scritto non lo richiede.

Se, come abbiamo visto nei fondamenti del corpo, il corpo esiste solo nel movimento, e se il movimento è costruzione volontaria ed involontaria dell'Io (difatti scegliamo ogni singolo passo, ogni movimento volontario, mentre quelli involontari sono fatti a priori perché indispensabili per la sopravvivenza dell'organismo. Certo non scegliamo se camminare o no, tutti gli esseri umani che hanno la possibilità di camminare, camminano; scegliamo dove camminare, quando camminare, come camminare, in base ad un perché camminare? Il "libero arbitrio" agisce quindi non sulla funzione ma sulla forma e sul contenuto) allora noi siamo falsi, costruiti, frutto delle decisioni di un noi che è più noi di noi. In quest'ottica se la nostra intera apparenza è costruzione, allora ogni cosa che facciamo è falsa, e in un certo senso allora siamo sempre veri nella nostra falsità. La nostra intera apparenza è teatro.

Il tutto si può riassumere così: io non sono mai Io, ma sono sempre io.



IV | COMUNICARE, QUESTIONE DI SENSIBILITA'

Introduzione

Ora che abbiamo messo in discussione la natura della verità, possiamo a pieno diritto scartarla dalla nostra indagine, non ci interessa ne ciò che è vero ne ciò che è falso, ma piuttosto ciò che è e ciò che appare.

Fondamenti di sensibilità

Definiamo la sensibilità come la capacità di percepire l'altro. Per esempio: io vedo, ma una persona con forte miopia, senza le lenti correttive, non vede come vedo io. La sensibilità si lega quindi alla dimensione della sensorialità, come suggerisce la parola. Un sommelier possederà una sensibilità gustativa maggiore della mia che il vino l'ho sempre tracannato più che sorseggiato. La sensorialità non si limita ai cinque sensi accademici ma si lega a molte sfere differenti che non riguardano direttamente l'udito, la vista, il gusto, l'olfatto e il tatto. All'emotività per esempio ma solo passando per la lingua: posso percepire la tua emotività non dalla sua essenza ma dalla sua manifestazione attraverso le lingue del corpo, per esempio la tua felicità nel tuo sorriso. 

I corpi si possono dire quindi soggetti più o meno sensibili, tenendo sempre conto che lo spettro della sensibilità è articolato e complesso. Non esistono corpi non sensibili, se tiro uno schiaffo, tutti lo percepiscono, e percepire lo schiaffo per esempio non è solo frutto della sensibilità tattile, ma anche uditiva nell'onomatopeico CIAFF, gustativa nella possibile perdita di sangue dalle labbra, ed emotiva in base alla valenza che il singolo schiaffo assume per il soggetto.

Comunicare

Abbiamo detto precedentemente che il corpo deve socializzare e che la socializzazione è caratterizzata dalla percezione dell'altro e poi dalla comunicazione che, se efficace, porterà alla connessione.

L'uomo definisce comunicazione: quando si ha un soggetto comunicante e un oggetto ricevente, ma la comunicazione di cui trattiamo qui è quella comunicazione che porta alla connessione dei due soggetti che potremmo definire quindi comunicazione efficace. Tutta quella che è comunicazione ma che non porta alla connessione è allora comunicazione fallacea, fittizia, manipolatrice, si potrebbero dare varie definizioni ma bisognerebbe indagare più a fondo anche questo tema e non è questo il luogo adeguato. 

Se l'essere umano comunicasse efficacemente sarebbe connesso, in tal caso avremmo un tessuto che io chiamo: lavoro, ossia una società connessa dove ogni singolo individuo ha il proprio spazio, il proprio ruolo, e può vivere, non sopravvivere. Essendo questo tessuto molto probabilmente utopico bisogna dedurre che all'essere umano per sopravvivere basti una comunicazione fallacea, e quindi una parziale socializzazione, o meglio, una parvenza di essa. 

I corpi di CLIMAX sono un esempio fortuito di come l'uomo non comunica. Sicuramente le affinità tra i corpi sono poche, oltre ad essere ballerini i ragazzi non hanno molto in comune tra di loro, non si piacciono, si criticano, si parlano alle spalle. Nei momenti più delicati, nel quale qualcuno prova ad aprirsi, non c'è mai un interlocutore pronto ad ascoltare. I corpi di CLIMAX non sono abbastanza sensibili?


di Ruben Carminati