Carnage

12.08.2024

Quattro genitori si trovano per chiarire le dinamiche di una lite tra i loro due figli, ma non sempre gli adulti sanno essere diplomatici e comprensivi.

-L'11 Gennaio alle 14.30, in seguito ad un battibecco in Bridge Park, Zachary Cowan, di 11 anni, armato di un bastone ha colpito nostro figlio Ethan in faccia

-Armato? Chiede il padre di Zachary; 

Penelope (Jodie Foster) e Alan (Christoph Waltz) mostrano fin da subito di non avere il giusto feeling. Una chiamata ferma la conversazione.. Cala l'imbarazzo tra i restanti tre: forzati al silenzio, e bloccati in un apnea di vergogna. Finisce la chiamata e le due coppie si preparano a lasciarsi, gli ultimi convenevoli, le ultime carinerie e poi tutto sarà finito. Alan e Nancy, beneducati, si scusano e, per indorare la pillola, mentre si appropinquano verso l'uscita, cercano di essere gentili: Nancy chiede dei denti di Ethan, e un criceto abbandonato forza l'attrito tra loro. Più parlano, più si agitano, meno si piacciono. Non riescono ad andarsene, Michael e Penelope li invitano per un caffè. Due espressi, qualche fetta di torta e un bicchiere d'acqua calmano di nuovo gli animi, ma solo per poco. Nuova chiamata, di nuovo tutti a disagio. Alan come avvocato di un'azienda farmaceutica deve gestire la fuga di notizie riguardo agli effetti collaterali non dichiarati dell'Antrill, un farmaco per la pressione.

-Vi ringraziamo per la vostra disponibilità. Dice Nancy, mentre si alza e si ridirige alla porta. -Noi ci rendiamo conto che cercate di facilitare le cose invece di esasperarle. Sono tanti i genitori che prendono le parti dei figli e diventano più infantili di loro. 

Prolessi. 

Mentre i genitori di Zachary cercano nuovamente di andarsene e si dirigono velocemente verso l'ascensore i genitori di Ethan premono per fare incontrare i figli, prima con le buone, poi con le cattive, e poi sono di nuovo tutti in casa a discutere. Finché parlano sembrano non poter lasciare la casa.


Adattato da "il Dio del massacro" commedia teatrale di Yasmina Reza, e girato interamente dentro quattro mura, questo capolavoro è una commedia dai tono cupi che esibisce l'istinto umano nudo e crudo e ne ride a crepapelle. In questo carnevale di animali privi di vergogna, chi ancora si regge in piedi ben vestito non è più civile e ben educato ma stupido e primitivo barbaro.

VALUTAZIONE: ★★★★★★★★★★

Uno dei miei film preferiti, grasse risate e una forte riflessione alla base. 


"Tu mi hai intrappolato in questo stupido carnevale"

Polanski chiude dentro quattro mura quattro "adulti" e tira fuori dalle loro bocche il peggio dell'umanità. Ritrovatisi per mediare e risolvere una faccenda sgradevole quale una lite tra i loro figli, questi genitori finiscono per litigare e sfuriare senza più alcun riguardo per nessuno.

Carnage, tradotto in carneficina, secondo internet: 1| strage di massa (con una sottolineatura particolare della bestialità con cui è perpetrata). 2| strazio delle carni, tortura.
Questo film ritrae una carneficina, una tortura che l'uomo si auto infligge (a voi scegliere quale: se il litigio o la mediazione), con una marcata sottolineatura sulla bestialità con cui è perpetrata.

"Carnevale", letteralmente levare la carne, inteso come non mangiare la carne, toglierla la sera prima del mercoledì delle ceneri. Nel film prende una nuova declinazione, un levare la carne inteso come smascherare o figurativamente straziare, dilaniare la carne. E' questo che ci mostra il film, inizialmente quattro corpi che simulano, interpretano la loro parte di genitori beneducati e ragionevoli, ma che ad ogni parola si spogliano, metaforicamente della carne, e si mostrano per ciò che sono "realmente".  Una carneficina della parola, sono le parole ad incatenare i nostri protagonisti a quelle quattro mura, nessuno vuole cedere, tutti hanno un ultima cosa da dire, tutti vogliono avere l'ultima parola che chiude la sentenza. Le parole escono a fiumi e feriscono, ma non solo, inebriano ed ottundono come il vino, alimentano la rabbia come la benzina sul fuoco. Le parole sono come le ciliegie, una tira l'altra. E quando le parole corrono, i demoni danzano e i corpi mutano, si spogliano e danzano anch'essi in questo grottesco carnevale infernale.

"La morale impone di dominare i propri impulsi ma ci sono momenti in cui non vogliamo farlo"

di Ruben Carminati