The Autopsy of Jane Doe
Il cadavere di una giovane donna viene ritrovato semisepolto nella cantina di una misteriosa scena del crimine in cui le altre vittime sono state orribilmente trucidate. Il corpo viene condotto nel vicino obitorio gestito dall'anziano Tommy Tilden e dal figlio Austin, ma già dopo una sommaria ispezione cadaverica compaiono ispiegabili segni riconducibili ad atroci torture medievali. Un terribile sospetto comincia lentamente a farsi strada nella loro mente e ad alimentare i loro più reconditi timori. Cosa si nasconde dietro la morte della ragazza?
Avviso per i lettori
Prima di cominciare la recensione informo che non sono bravo a giudicare/capire/analizzare i film horror. Hanno personaggi, tempistiche e sviluppi di trama molto diversi dagli altri generi narrativi e questo mi mette in difficoltà; anche provare paura mi viene difficile con molti horror che si basano solo su jumpscare e musichette inquietanti.
Se in ballo c'è pure un mostro allora sono sicuro che la fine non mi piacerà: per sconfiggere il nemico questo deve uscire allo scoperto, perdendo così l'alone inquietante di mistero e non facendo più paura.
Detto questo, ho scelto il film da recensire in base a due cose:
- quanto è complicata e/o intrigante la trama
- la presenza di elementi che distinguono il film da tutti gli altri del suo genere
Una storia intrigante
Il regista norvegese André Øvredal (già regista di Troll Hunter) ha cercato un modo per tenere alta l'attenzione e la paura dello spettatore fino alla fine, ottenendo un film che porta qualcosa di nuovo nel cinema horror occidentale.
Prima di tutto non c'è un mostro (ottima partenza) ma un'entità sovrannaturale che scatena una serie di eventi spaventosi.
C'è un mistero da risolvere: come è morta la ragazza? Le risposte arrivano man mano, spiegate da una trama circolare che collega l'inizio alla fine. Il tema delle streghe e gli omicidi all’inizio del film danno allo spettatore un motivo per rimanere seduto fino alla fine.
Ci sono jumpscare in quantità limitata, ben utilizzati e che non interrompono la narrazione (chi dice che sono prevedivili è semplicemente abituato a queste scene e ne capisce il meccanismo di fondo).
Anche le spiegazioni nell'obitorio con linguaggio scientifico sono chiare e non bloccano il proseguimento della storia, evitando così spiegoni che aggiornano lo spettatore su cosa sta accadendo manco fosse un audiolibro.
Insomma, il film è godibile anche per chi vuole solo una storia interessante.
Come in "Nightmare"
C'è un motivo in particolare per cui ho scelto questo film, una caratteristica che lega lo spettatore ai protagonisti: l'orrore nel quotidiano.
L'ambientazione è un piccolo obitorio-crematorio, nel seminterrato di casa del dottor Tommy Tilden, intento a lavorare assieme al figlio. A quanti di noi è capitato almeno una volta di aiutare un genitore con dei lavori nella propria casa? È un'immagine comune, bella e piacevole... e proprio in questo comfort il regista inserisce il pericolo, l'orrore e la paura. Invadere un'immagine di questo tipo crea nello spettatore una sensazione disturbante e inquieta, come se si sentisse coinvolto in prima persona.
In "Nightmare on Elm Street" l'inquietudine deriva dall'intrusione del mostro nel sonno, il momento più intimo e fragile per tutti noi; in "Autopsy" è il tempo passato con un genitore ad essere distorto... il regista ha capito che siamo smossi dal cambiamento improvviso di ciò che comunemente consideriamo bello e, con questo, ha catturato la nostra attenzione.
Difficilmente mi spaventano gli horror o, meglio, raramente mi rimangono in testa anche dopo che ho spento la tv. Autopsy invece mi ha soddisfatto, è riuscito a dosare bene tutti i suoi elementi ottenendo un risultato insolito ma non esagerato, un horror che, senza pretese, riesce a spaventare.
Una storia interessante condita con ottimi cliché del genere horror, perfetto da vedere sia in solitaria che in compagnia. Il tutto in solo un’ora e venti.
Ovviamente la seconda parte, quando il mistero comincia a svelarsi, diventa un po' più prevedibile e perde di tono rispetto all'inizio del film, ma in generale rimane un'ottima visione.
Valutazione:
★★★★★★★★☆☆
di Andrea Brevi