Altered Carbon
Season 1
L'antico guerriero Takeshi Kovacs si risveglia dopo secoli di buio in una nuova custodia e viene assoldato per risolvere un misterioso crimine.
Takeshi, risvegliatosi in un mondo che non gli appartiene e che non lo rappresenta, vuole godersi un'ultima serata in libertà prima di ritornare "sotto ghiaccio" piuttosto che obbedire ad uno dei MAT, gli uomini più ricchi del protettorato, quelli contro cui un tempo aveva fatto la rivoluzione. Ma qualcosa lo spinge a restare ed indagando una piccola verità ne trova una ben più grossa e terrificante.
<<La tecnologia avanza ma non gli umani. Siamo scimmie pensanti e vogliamo sempre le stesse cose: cibo, un rifugio, sesso e in tutte le sue forme evasione>>
La custodia
Altered Carbon ci mostra un mondo in cui non esiste più la persona, ma solo custodie e pile corticali. La pila corticale essenzialmente è una piccola piastra che si inserisce alla base delle vertebre cervicali e che contiene pura mente umana digitalizzata. Questa pila corticale può essere spostata di custodia in custodia ossia di corpo in corpo.
Primo problema: come si può vivere in un corpo che non è il proprio? Non appartenere al proprio corpo avrebbe conseguenze ad ora indescrivibili, staccarsi traumaticamente da una parte concreta del proprio essere e diventare qualcuno che non si è, almeno esteticamente.
Secondo problema: le disparità sociali. Robert Bencroft, il MAT che ha assunto Kovacs, dovrebbe essere morto di "vera morte" (distruzione della pila corticale), teoricamente quindi morto per sempre, ma il suo essere un miliardario gli permette di tornare in vita grazie a dei backup satellitari che solo una manciata di persone possono permettersi. Mentre una bimba di 7 anni investita da un pirata della strada torna in vita nel corpo di una tossica di circa 70 anni perché questo <<è quello che c'era in magazzino>>.
L'essenza del cyberpunk è incentrata nel futuro distopico in cui la tecnologia prende il sopravvento. Qui nascono figure come il Cyborg, l'IA, ma di certo a rendere il futuro distopico non è la presenza di queste figure "mostruose" ma la sempre più ampia forbice tra ricchi e poveri. In Altered Carbon vediamo una città piena zeppa di gente, dove dilagano le armi e la criminalità, droghe e bordelli sono ad ogni angolo di strada, la massa infinita della metropoli rende il caos ancora più caotico, e intanto, lassù sopra le nuvole, nell'Erium, i MAT vivono nella quiete assoluta, alla larga dalla gente comune che fa <<cose mediocri come morire>>. Quella che ci mostra Altered Carbon più che una realtà distopica a me sembra una realtà concreta, futuristica certo, ma non tanto fantasiosa: una società dove chi ha i soldi comanda e chi non li ha muore, specchio della nostra società.
Il corpo entra ufficialmente nel mercato, da quei piccoli princìpi come cosmesi, trattamenti estetici e chirurgia passiamo ad un reale riciclo di corpi: custodie usate o cloni su misura per chi può permetterseli. La bellezza in vendita e non più come prostituzione, in cui paghi la bellezza altrui, ma comprando la propria bellezza: non mi piaccio? Cambio corpo.
L'avatar entra ufficialmente nel mondo reale, così come il "GAME OVER, START NEW GAME", ma elidere la morte all'infinito costa molto e non solo economicamente.
In una società in cui il corpo perde completamente il suo valore e diviene una merce, quindi scambiabile, come cambia il paradigma? Come cambia la percezione stessa che l'uomo ha del corpo? Un esempio efficace lo fornisce l'episodio 3: marito e moglie combattono per lavoro l'uno contro l'altro fino a che uno dei due non muore per il divertimento squallido dei MAT. Con il premio della vincita ottengono una nuova custodia e un compenso economico. Queste persone tornano, ogni volta con un volto diverso, dai figli di 5 e 7 anni. Senza contare il peso psicologico che questo ha sui loro bambini, che cosa ci dice questo rispetto alla consapevolezza dei nostri due momentanei protagonisti? Il corpo assume un valore completamente nuovo, assume il ruolo di pezzo intercambiabile: ci dev'essere per forza ma non importa l'efficacia o la provenienza, può sempre essere sostituito. Il corpo diventa un supplemento della persona, l'io si colloca tutto nella pila corticale e la custodia diviene un accessorio, un vettore della persona. Il corpo è sempre vettore dell'essenza di una persona, ma esso normalmente ha una forma e delle caratteristiche ben precise che riflettono l'essenza dell'Io, annettere l'essenza ad un corpo che non la riflette causerebbe una dicotomia interna ad ogni essere, rendendo l'anima sola e dissociata, costringendola a vivere in un qualcosa che non riconosce. Diviene ufficiale il <<niente è come sembra>>.
D'altro canto per chi fa parte dell'élite agiata del mondo il cambio di paradigma è diverso: paradossalmente il corpo diviene tutto, proprio perché non si è più vincolati ad esso, esso diviene la tela sperimentale attraverso il quale raggiungere, o cercare di raggiungere, la perfezione: chi vuole stare nel proprio corpo lo potrà fare all'infinito, chi non si piace potrà cambiare all'infinito, cercando per sempre la bellezza, la giovinezza, l'illusoria perfezione, non accorgendosi del prezzo che tutto ciò ha sull'anima.
Questo cambio di paradigma ovviamente è destabilizzante per la mia e spero anche per la vostra coscienza, ma una volta che il paradigma è cambiato, comunque bisogna vivere, perciò adattarsi e sfruttare l'habitat a proprio vantaggio.
Discutiamo ora invece di funzionalità, ci corre in contro un esempio lampante: chi possiede un codice religioso, alla morte, non può essere riportato in vita. Finalmente almeno qualcuno con del sale in zucca! Però Ortega solleva una questione molto interessante: se una di queste persone viene uccisa nessuno potrà interrogarla per sapere dettagli sull'aggressore. Ora mi chiedo: quanto è vantaggioso andare contro ad una cosa che sta comunque succedendo? La tecnologia, e con essa il progresso, hanno sempre nella storia incontrato degli oppositori, ma in un qualche modo il progresso (non per forza positivo) ha sempre vinto le barriere. L'intelligenza artificiale che tanto preoccupa una buona parte di noi, è già qui, fermarla è impossibile, forse conviene regolamentarizzarla, comprenderla e sfruttarla, capendone i pro e i contro. Certo in un contesto discorsivo è sano portare all'attenzione del gruppo un antitesi, perché solo con l'antitesi il discorso può essere costruito in maniera fruttuosa.
Certamente tornare in vita è una cosa terrificante e distruttiva, soprattuto se in un altro corpo, ma in un mondo in cui è possibile farlo sarebbe improduttivo non farlo, forse. Bisogna conoscere i propri mezzi, le proprie tecnologie e riuscire a sfruttarle per modificare il mondo a modo proprio.
<<Penso che nessuno dell'arcidiocesi è ancora morto>>
In una realtà in cui il corpo perde centralità, la realtà materica stessa perde valore, ed il mondo tangibile e fisico che ci caratterizza lascia spazio al mondo digitale, che noi iniziamo a conoscere, e che vive e gioca con le proprie regole. Non è definibile tale realtà come finzione o fittizia, essa è tanto reale quanto la realtà "concreta". Instagram è un mondo, senza se e senza ma, e in Altered Carbon sono molteplici le realtà digitali che ci vengono mostrate. Partendo da Poe, l'Hotel, passando per Lezy, il programma d'interrogatorio virtuale e tante altre. La mente assume un nuovo valore e un nuovo campo d'azione: il digitale, la pila corticale viene direttamente connessa al flusso d'informazioni ed il corpo assume una "nuova" forma: l'avatar, che si scontra con figure come l'IA nato e cresciuto solamente nel digitale. Il corpo diviene più raro e perciò il prezzo sale, essere una corporeità diviene un lusso, e il digitale da passatempo diviene ancora più concreto e serio di quanto lo sia già per noi.