Alita - Angelo della Battaglia

09.12.2024
Dal 1982 in poi, quindi dall'uscita di Blade Runner, sono stati prodotti moltissimi film cyberpunk, ognuno che ha tentato di reimmaginare un futuro distopico.
Per chi non lo sapesse, il Cyberpunk è un genere narrativo con un’ambientazione futuristica e ultratecnologica dove il genere umano vive schiavo di tali tecnologie, sotto un controllo estremo da parte dei potenti e delle forze dell'ordine. Gli umani non sono sottomessi da robot schiavizzatori, bensì da un sistema che controlla tutti e tutto, in ogni momento; da qui la maggior parte dei protagonisti tende alla ribellione.
Un aspetto che colpisce del Cyberpunk è come riesce ad essere futuristico senza davvero parlare di futuro: quel mondo è diverso dal nostro solo esteticamente, ma i problemi delle persone sono più che attuali. Le trame si possono adattare benissimo ad un film ambientato ai giorni nostri.
Sentirsi controllati, la tecnologia utilizzata per scopi egoistici, guerre, inquinamento e divario di ricchezze sono temi cyberpunk ma anche nostri… più che mai nostri.

Grandi talenti si incontrano

“Alita - Angelo della Battaglia” non è solo un film che vuole contribuire ad arricchire il genere, è pure un adattamento live action dello spettacolare manga di Yukito Kishiro.
Il film è uscito nel 2019, ma esperimenti simili erano già accaduti nel 2017 con “Ghost in the Shell” e nel 2018 con “Ready Player One”. Cosa ha di diverso allora questo film? I nomi che stanno alla regia (Robert Rodriguez) e alla sceneggiatura (James Cameron).
Dunque, abbiamo grandi personalità che devono scrivere/dirigere grandi personaggi, ma l'opera originale ha una trama lunghissima spalmata in più volumi e condensare tutto in due ore di film è a dir poco impossibile. E infatti il film mostra solo una prima parte di quella che è una storia molto più grande.
Purtroppo Cameron è in ballo con i suoi “Avatar” e le sue parole su possibili sequel fanno capire che, anche se in produzione, non li vedremo presto.
Ma, a parte questo piccolo (fastidioso) dettaglio, parliamo del successo che ha avuto non tanto al botteghino quanto nell'adattare un manga.
Le produzioni americane sono famose per i live action e soprattutto per i fallimenti dei live action: i fan riescono a demolire un intero film se non gli garba anche solo un minimo dettaglio o se non segue precisamente la trama dell'opera originale, con i manga poi il discorso è ancora più serio.
"Alita" fortunatamente è un manga cyberpunk quindi nulla di difficile per gli americani, roba che hanno già realizzato in passato, infatti sul piano estetico il film è fantastico. La trama è gestita bene, si capisce che non finisce qui e serviranno dei sequel, ma come introduzione e prima parte di un lungo percorso è andata più che bene. Le scene d'azione sono incredibili e la computer grafica eccellente. Il cast è accurato e rispecchia i tratti fisici principali delle controparti cartacee, senza le caricature da manga anni ‘90… eccetto la protagonista. Alita ha gli occhi giganti e la faccia in CGI, perché Robert Rodriguez voleva omaggiare il manga, come per non dimenticare da dove è nato tutto.
Insomma, un film che, senza entrare nel dettaglio, funziona.

L'eredità giapponese

Nel dettaglio invece ci sono dei difettucci, tipo spiegoni e combattimenti dove i personaggi si fermano per parlare, oppure avvenimenti un po’ troppo provvidenziali. Tutto ok in un manga/anime, ma in un adattamento questi sono aspetti da evitare, sennò è strano.
Non che siano errori tecnici o buchi di trama, però effettivamente una scena d'azione in cui il nemico si ferma per parlare dell'infanzia traumatica non funziona tra due persone “reali”. L'occhio è abituato a vedere queste cose solo nell’animazione.
C'è anche un discorso di sviluppo della trama, ottimo nel condensare ma a volte troppo veloce, non si fa a tempo a godersi l'emozione di una scena che si è già alla prossima.
Sono tutti aspetti comprensibili e si capisce che probabilmente questo era il modo migliore per fare le cose, ma mi sembrava giusto parlarne.

Futili confronti 

Ho letto il manga, è vero, e lo sto leggendo (e rileggendo) tutt'oggi. È un capolavoro che ha portato tante novità nel genere cyberpunk, nell'evoluzione della trama più che nell'estetica.
Dire che il film non è bello solo perché non rispecchia esattamente il manga è offensivo oltre che riduttivo: un adattamento live action non sarà mai come l'opera originale, fateci pace con sta cosa!
Il film di per sé ha saputo riconoscere i suoi limiti e ha cercato vie alternative per somigliare al manga, con un grande risultato. Lo spettatore riesce a capire che è tratto da un manga (o ne è stato influenzato), le scene d'azione sono chiare, la storia procede senza intoppi e i personaggi sono interessanti… è un film che funziona.
Se volete guardare “Alita - Angelo della Battaglia” liberatevi dall'impulso di fare paragoni e godetevi ciò che di bello ha da offrire.

E andatevi a leggere il manga!!!

Valutazione:

★★★★★★★★☆☆

di Andrea Brevi