7 Psicopatici

05.08.2024

Uno scrittore deve presentare la nuova sceneggiatura intitolata 7 Psicopatici, ma i lavori non sono proprio a buon punto. Billy, il suo migliore amico, si accorge del suo blocco dello scrittore e cerca in tutti i modi di trovargli un soggetto di cui scrivere, nel mentre porta avanti la sua attività di "presa in prestito" di cani con il socio Hans.

"hai presente come ti senti oggi, depresso, alcolizzato, una merda. Sai che dovremmo fare?! Mettere tutto nella sceneggiatura"

Hans e Billy "prendono in prestito" cani dai loro proprietari e li riportano per riscattare la ricompensa. Un giorno Billy ruba il cane sbagliato: uno Shi Tzu del boss Charlie Costello, che non ci mette molto a scoprire i colpevoli e dare loro la caccia. Così Martin, Billy e Hans cominciano la fuga mentre cercano tutti assieme di finire la sceneggiatura su questi ipotetici 7 psicopatici.

VALUTAZIONE: ★★★★★★★★★☆

Una delle commedie meglio riuscite di Martin McDonagh che continua a collezionare capolavori, come The Banshees of Inisherin e Three Billboards outside Ebbings, Missouri7 psicopatici risalta per la forte comicità che domina l'intero film lasciando piano piano spazio alla riflessione. Il montaggio alternato ci mostra le storie dei sette psicopatici mentre i nostri eroi cercano di combattere le etichette e un boss dal grilletto facile.


Tragicomico e meta: una commedia perfetta

Martin deve scrivere la sceneggiatura del film di cui è protagonista: 7 psicopatici; ma non sa come fare, sa solo che non vuole sparatorie o killer dal grilletto facile, vorrebbe fare un film d'amore, che celebri la vita, ma ha solo uno psicopatico in mente: il tipo buddista.

Ci sono due Martin che coincidono: Martin McDonagh, scrittore e regista del film e Martin il protagonista del film. Allo stesso modo ci sono due sceneggiature, una quella su cui si articola il film, e l'altra quella che Martin prova a scrivere durante il film, insomma la sceneggiatura parla di come è nata la sceneggiatura, parla di se stessa, meta sceneggiatura. All'inizio Martin sa che non scriverà un altro film hollywoodiano, e vorrebbe scrivere un film d'amore: ne esce una commedia brillante, con un obiettivo, sicura di se e tanto divertente: non da risate a crepapelle ma da ghigni divertiti e sorrisi sinceri. 

"Dove vuoi che ti porti Hans, ora che abbiamo un po' di grana?", "All'ospedale oncologico Billy, fammi il favore". "Ospedale oncologico, arriviamo in un minuto", sua moglie sta morendo, non c'è un cazzo da ridere. Però è divertente.  Quando la comicità porta alla riflessione secondo Pirandello si dice umorismo, mentre quando si ferma all'irrisione si tratta di ironia. E l'umorismo alla base di questa commedia convive con temi scuri, delicati: la morte, il suicidio, Dio, lo stato. In inglese questo genere, che è caratteristico della filmografia di McDonaugh, è detto dramedy, dall'unione di drama e comedy, ma credo che la parola italiana "tragicomico" rispecchi meglio il suo significato: unendo il tragico al comico. Unendo alla comicità l'elemento catartico della tragedia si ottiene una comicità che porta alla riflessione, all'analisi. Forse il termine tragicomico richiama più una dimensione teatrale, di recitazione, mentre dramedy richiama più l'idea di genere, etichetta, hastag; di certo ha più sex appeal.

Il film ci mostra l'iter di scrittura di un film, quello che Bryan Cranston ci aveva risparmiato in Asteroid City perché c'era "poco da divertirsi", ma qui fortunatamente c'è molto da divertirsi.  In quanto meta-commedia riflette sull'atto della scrittura, mostrandoci in immagini due tecniche che sono alla base della scrittura postmoderna: la citazione e la prolessi. "Scrivere è sempre riscrivere" dice Belpoliti, "non puoi essere uno scrittore se non sei un lettore": si è sempre influenzati da qualcuno, da qualcosa. La citazione è un atto di rimessa a fuoco, portare alla coscienza qualcosa che è già avvenuto, già conosciuto. Le citazioni al mondo del cinema sono per esempio: Hans che di cognome fa Kieslowski o Billy che veste una giacchetta rossa alla Tyler Durden. La prolessi, che è un anticipazione di ciò che avverrà, la troviamo per esempio in tutte quelle scene in cui Martin prova a spiegare come immagina la sceneggiatura. Queste due tecniche di scrittura opposte, una caratterizzata dal movimento nel passato, l'altra nel futuro, appiattiscono il tempo ad una linea bidimensionale con cui lo scrittore gioca: modellandola e aggiustandola per dare al prodotto finale la forma che immagina. E' lo stesso principio del montaggio nei film: il tempo subisce un lavoro di riarrangiamento delle sequenze, l'intreccio si intreccia sulla fabula, la citazione e la prolessi creano dei salti temporali nella narrazione. Tutto è meta: il film, la sceneggiatura, la scrittura stessa. Il film parla di uno scrittore che cerca di scrivere una sceneggiatura su sette serial killer, mentre scappa da un serial killer assieme ad un serial killer: non stupisce che con Zacariah e Maggie entrino nel film anche due serial killer di serial killer, metakiller? Il focus si sposta dal contenuto: l'omicidio, al significato: perché hai ucciso? Era giusto o sbagliato? Hans non sa più se era giusto, Billy dice di sì, Zach se tornasse indietro non lascerebbe più sua moglie e continuerebbe con lei a girare l'America uccidendo i più famosi serial killer. Quindi la risposta giusta qual'è? Esiste? Io non credo.

di Ruben Carminati